Secondo album sulla lunga distanza per gli italiani
Twilight Zone, che ci propongono una formula ancorata ai vecchi fasti dell’heavy metal di una volta, pochi fronzoli, riffing veloce, voca acutissima e via a conquistare! Peccato che la qualità del prodotto sia ai limiti dell’amatoriale, sia nella produzione sufficiente, che nella performance di alcuni componenti della band.
Fatta salva una discreta sezione ritmica infatti, è nella voce di
Val Shieldon che risiede il più grosso dei (vari) problemi di questo album: alla ricerca costante dell’acuto, ma in maniera sgraziata, una sorta di Antonio Giorgio dei bei tempi andati. Ma anche sul lato creativo non andiamo molto lontano: le canzoni, pur conservando qui e là qualche riff interessante, sono fiacche, ripetitive, schiacciate sulla stessa formula, il che rende l’intero prodotto poco interessante per qualsiasi ascoltatore.
Mi spiace, ma nel 2023 fare degli errori così eclatanti nella costruzione di un disco, è davvero imperdonabile.
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