E’ con colpevole ritardo (l’album é uscito ufficialmente il 25-11-22) che voglio portare alla vostra curiosa attenzione
‘Disfigurementality’ il debut album degli australiani
Estrangement… E’ bene dire subito che i dieci pezzi che compongono quest’esordio sono tutto tranne che di facile presa o immediatezza, infatti il quartetto di Sydney ci regala un’ora di pura sofferenza che su una base prettamente funeral doom va ad inserire strumenti ed ispirazione neoclassica … cosa ne é venuto fuori ? Beh innazitutto, come facilmente intuibile,
‘Disfigurementality’ non é un album facile, difficilmente vi piacerà se non gli dedicherete la giusta attenzione, il giusto tempo e la giusta pazienza affinché possa installarsi e crescere lentamente dentro di voi e, nonostante ripetuti ascolti, sono sicuro che avrete sempre e comunque dei sentimenti contrastanti verso quest’opera … Una volta approcciato l’album con l’intro ‘
Destitution Stench’ é
‘Detrivore’ a darci il benvenuto in questo lungo e sofferto viaggio. In questo pezzo vengono subito messi in mostra tutti gli aspetti tipici dell’
Estrangement sound, con parti lentissime, voci monastiche tipo tibetane e un flauto dal flavor medievale che delinea melodie arcaiche. Stesso intreccio voci pulite/flauto che ritroviamo in
‘Fire Voice’, dove le stucchevoli vocals creano uno stato di trance auditiva di grande impatto emotivo. In mezzo a tutta questa atmosfericità ci sta anche che un brano come
‘Clusterts’ risulti essere completamente fuoriposto annoiando profondamente e contribuendo a spezzare la ‘magia’ che si era venuta a creare nell’ascolto . Superato questo momento di impasse, come a farsi perdonare,
Estrangement piazzano i due migliori pezzi dell’album uno dietro l’altro, in particolare ‘Womb Of Worlds’ che é un po’ l’emblema del progetto . Qui infatti su un tappet ritmico lentissimo, si alternano litanie simil tibetane in clean vocals, con growls più tipici per il genere. L’effetto ‘narcotizzante’ del pezzo é assicurato e quando a metà brano entra il violino a la MDB, allora si rischia anche una lacrima melanconica … La seguente
‘Asleep In The Vineyard’ é invece un pezzo che, dopo un lungo intro acustico di chitarra, va a svilupparsi con un incedere armonico molto delicato ma ‘presente’, che mi ha ricordato i
Tiamat di
‘Wildhoney’… quando si giunge alla fine di questo lungo e struggente viaggio, si ha certamente la sensazione di aver effettuato un’esperienza emotiva dal forte sapore catartico…
‘Disfigurementality’ é tutto tranne che un album semplice, ma se avrete la pazienza di lasciarvi portare per mano nell’immobilità di questo viaggio, ne uscirete ‘migliorati’ e appagati …
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