“Pyramids And Stars” - bootleg ufficiale che ripercorre dal vivo i primi due album della band con
Roine Stolt - risale al 2005. Oggi viene ripubblicato da
InsideOut Music con l’aggiunta di altre registrazioni live più recenti.
Il mio rapporto con i
Tangent è sempre stato incostante. Sulle doti compositive di
Andy Tillison non si discute, ma non è un caso che i lavori con il mastermind dei
Flower Kings siano ancora oggi i più apprezzati.
“The World That We Drive Through” e
“The Music That Died Alone” sono la summa della visione progressiva dell’inglese, fatta di riferimenti nostalgici (la cover di
“Lucky Man” degli ELP dice già tutto) e di guizzi più originali, conferiti da musicisti sempre di altissimo profilo (io ho un debole per
Jonas Reingold).
I brani più recenti spiccano per la creatività del funambolico
Luke Machin, giovane chitarrista fondatore degli ormai dimenticati
Maschine che sembra aver trovato una propria dimensione proprio al fianco di
Tillison e soci (
“Titanic Calls Carpathia”, “Two Rope Swings”).
Prolisso e soporifero come sempre, nella migliore tradizione rétro-prog.
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