La critica che viene mossa più spesso alle vecchie band hard rock e metal, i cosiddetti dinosauri del rock, è che farebbero meglio a continuare soltanto a suonare dal vivo (e molti criticano perfino questo aspetto), rinunciando a proporre nuova musica, in quanto hanno già detto tutto quello che avevano da dire. Premettendo che non sono affatto d’accordo riguardo questa teoria, o quanto meno non a prescindere, in quanto si farebbe bene ad analizzare caso per caso, mi sento di dissentire assolutamente per quanto concerne gli
Uriah Heep, e il nuovo “
Chaos & colour”, al netto di una copertina decisamente bruttarella, è qui a dimostrarlo.
Cosa sia successo di preciso alla band di
Mick Box da, ormai, quindici anni a questa parte, non riesco proprio a spiegarmelo, davvero. So soltanto che dopo i capolavori dei primi anni ’70 e qualche passo falso a cavallo tra ’80 e ’90, da “
Wake the sleeper” in poi (2008), la band continua a sfornare dischi di altissimo livello, freschi, ispirati, come se fossero improvvisamente e inspiegabilmente tornati ventenni. Sì, perché è proprio questa la sensazione primaria che si percepisce quando si ascoltano gli ultimi cinque album del gruppo: sembra che ci si trovi al cospetto di cinque ragazzini geniali, o, appunto, degli
Uriah Heep ringiovaniti (stilisticamente differenti, ovvio), come se non avessero alle spalle più di cinquant’anni di carriera. I brani sono di una classe inarrivabile, non c’è mezzo filler, neanche a voler cercare il classico pelo nell’uovo,
Mick Box è più ispirato che mai, sciorina riff rocciosi e bellissimi assoli col suo immancabile wha-wha,
Bernie Shaw ha ancora una voce potente e cristallina,
Phil Lanzon continua imperterrito a fare il lavoro sporco nelle retrovie, ma al tempo stesso incastona delle perle qua e là di rara bellezza. Non so dirvi se questa nuova linfa vitale l’abbiano portata
Russel Gilbrock prima e
Davey Rimmer poi (R.I.P.
Lee Kerslake e
Trevor Bolder), fatto sta che la magia è avvenuta, e funziona sempre più…
Come già accennato, “
Chaos & colour” conferma quanto detto finora, si mantiene a livello dell’ottimo “
Living the dream”, a voler fare il rompiscatole forse giusto un pelino meno, diciamo che fa il paio con “
Outsider”, che è comunque un signor disco. L’opener “
Save me tonight” mette le cose in chiaro fin da subito, coniugando melodia e grinta in maniera impeccabile, e “
Silver sunlight” la segue a ruota, aumentando, per quanto possibile, la vena melodica. Ovviamente chi conosce un minimo gli
Uriah Heep sa che quando parlo di melodia sottintendo che la parte hard rock è sempre e comunque presente, non stiamo certo parlando di un album A.O.R., e brani come “
Fly like an eagle” o “
Golden light” ne sono esempi lampanti. Se invece vogliamo parlare di poesia dobbiamo volgere l’attenzione a piccole perle come “
One nation, one sun” o “
You’ll never be alone”. Ovviamente quel micione di
Mick Box non ha perso la voglia di divertirsi e divertire, e quindi ecco il classico rock and roll scanzonato, “
Closer to your dreams”, posto in chiusura, così come non ha perso la voglia di scrivere brani più complessi, ed è il caso di “
Freedom to be free”, lunga, articolata, imperiosa, e con un bell’assolo di basso ad opera di
Rimmer“
Chaos & colour” è un disco vario, come è tradizione della band, che mette ben in evidenza tutte le sfaccettature stilistiche di
Box e company, ma soprattutto un disco, il venticinquesimo, di un gruppo immortale, celebrato sempre troppo poco rispetto al suo reale, immenso, valore musicale!