Gli scozzesi
Medusa Touch giungono sul finire dell'anno scorso al loro primo full length, "
Insaniteyes", e lo fanno a quarant'anni dalla loro prima incarnazione. Si erano, infatti, formati nel 1983 ma, anche per una continua instabilità della line-up, dopo qualche tempo avevano tirato i remi in barca.
La loro sembrava così una storia destinata al dimenticatoio, sino a quando nel 2018 la Obscure NWOBHM Releases, interessante etichetta di Atene che da almeno un ventennio si è assunta l'onere di evitare l'oblio a quelle band che non erano riuscite a ritagliarsi un momento di gloria, aveva raccolto tredici brani incisi dai
Medusa Touch negli anni Ottanta sulla compilation "Terror Eyes: The Anthology".
A questo punto il chitarrista originale del gruppo,
Gordon Sinclair ha colto la palla al balzo e con i nuovi (ma altrettanto attempati) compagni di viaggio, con cui condivide anche l'avventura nella cover band Mooseknuckle, ha dato alle stampe questo "
Insaniteyes".
Le suggestioni della N.W.O.B.H.M. sono ben evidenti, così come quelle Hard Rock, ma talvolta affiora una ruvidezza nel sound che pare ereditata da gruppi come Raven e Warfare, come quella che viene ben espressa nell'irruenza dell'opener "
Committed to the Cause": più che un titolo una vera e propria dichiarazione di intenti. Cadenzate, ma sempre cariche di energia e con una piacevole sfrontatezza le seguenti "
Fallen Back" e "
Get Down", mentre "
Metropol 3324" è tra quelle maggiormente vicine alla memoria della migliore N.W.O.B.H.M., ma è anche uno degli episodi che più mette in affanno la prova vocale di
Sinclair, che comunque riesce a non perderne il controllo. Se la cava poi meglio su "
The Shooter", altro brano dalle sonorità d'annata, soprattutto nelle prime strofe dove ricorda molto Biff Byford, e sulla power ballad "
Secrets Never Told" che nel suo crescendo sfoggia sfumature interessanti, sia nei passaggi pmelodici sia quando i toni si fanno più accesi. "
Asylum" affonda le sue radici tanto nel British Metal quanto nell'Hard Rock, tra Deep Purple e MSG, e lo stesso mood si può ritrovare su "
Money Shot", dove nel riffing si avverte l'influenza degli AC/DC, con i chitarristi (a fianco di
Sinclair troviamo
Nigel Robinson) che sulla successiva "
Dancing Angels" e poi su "
When the Poison Flows" mostrano un approccio spiccatamente maideniano, due canzoni che nei chorus mi hanno ricordano i Samson e i primi Judas Priest, entrambe ben tratteggiate dal duo ritmico formato da
Ian Dempster e
Bruce McInnes.
Niente male sinora, ma il meglio di sé il quartetto di Edimburgo lo deve ancora offrire, e lo fa con "
Stand Your Ground" un gran bell'episodio rockeggiante, dagli echi seventies, tra Led Zeppelin e primi Black Sabbath, ma soprattutto con tutta la verve e sfrontatezza che i nostri sanno mettere in campo.
Quello che mi ha colpito maggiormente dei
Medusa Touch, oltre ovviamente alla buona musica che hanno saputo proporre, è stato il non volersi adagiare e cullare sugli allori del passato, infatti, "
Insaniteyes" suona, anche a livello di produzione, decisamente meno vintage di quanto ascoltato da diverse formazioni nate in tempi ben più recenti, e devo riconoscere che la cosa mi fa piuttosto piacere.
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