Sei anni separano il qui presente “
The Wonders Still Awaiting” dal suo predecessore, “
Theater of Dimensions”, ma molte cose sono cambiate negli
Xandria. Direi quasi tutte, visto che l’unico superstite della precedente formazione è il chitarrista e mastermind
Marco Heubaum, e tutto il resto è nuovo di zecca: nuova la (potentissima) sezione ritmica, nuovo il compagno di sei corde, e nuova l’ugola degli Xandria 2023, che risponde al nome di
Ambre Vourvahis.
Tutta questa rivoluzione per poi pubblicare un disco che, come spesso accaduto nella vita artistica degli Xandria, è una copia sbiadita di qualcun altro? Finalmente no, e lo dico con il piglio di chi ha sempre sentito che questa band aveva qualcosa da dire, ma non riusciva mai a trovare la sua voce, la sua via.
“
The Wonders of Creation” è un disco maturo, dove gli Xandria scelgono finalmente in che direzione andare, invece di tenere il piede in tre scarpe; e quindi: si va di potenza, si alza la ‘botta’, si ribassano le chitarre, ma non si dimentica di infarcire il tutto con orchestrazioni enormi e reali (qui c’è coinvolta una vera orchestra ed un coro dei bambini bulgaro). Gli arrangiamenti seguono questa nuova tendenza, che libera la band dal cono d’ombra dei Nightwish e ritaglia loro uno spot tutto personale: ascoltare per credere le bordate di “
Ghosts” (una fra tante) e poi, per contraltare, godersi il metal più ‘cullato’ di brani come “
Paradise”, e mi sia concesso lo spazio per fare un grande plauso alla voce di Ambre, davvero multiforme, lirica, poi cattiva, poi pop, poi morbida e poi incazzosa. Ci siamo.
Questo è un album che finalmente si differenzia dalle uscite di artisti simili, è l’album che, dopo tanti anni, potrebbe portare in alto il nome degli Xandria, che ci provano e ci riprovano, e che hanno dovuto rischiare lo scioglimento per morire e rinascere, come una fenice. Ben fatto.
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