Il secondo capitolo del progetto
Avaland, composto e guidato da
Adrien G. Gzagg, è finalmente tra noi, e devo dire che, rispetto al
debut album, il tiro è stato sensibilmente migliorato. Ma prima, un po' di fatti.
“
The Legend of the Storyteller” è in realtà un prequel al precedente “Theater of Sorcery”, e la storia si complica ulteriormente, parlando di viaggi nel tempo e di un mondo fantastico. L’ispirazione, per stessa ammissione del mastermind, stavolta arriva anche da opere come “
Game of Thrones”, ed il livello di epicità si è decisamente innalzato. Questo album suona più heavy, ma soprattutto più coeso e più ‘arrangiato’ del precedente, fornendo un prodotto che sicuramente deve moltissimo ad Ayreon ed Avantasia, ma che tenta di spostarsi in territori più power/symphonic, grazie a canzoni convincenti e ben cesellate.
Non mancano i guests, come ogni metal opera che si rispetti, e quindi accogliamo con piacere il ritorno di Zak Stevens (qui nella parte del narratore) e di molti altri, che di sicuro danno colori e sfumature all’album. Una menzione per il ‘nostro’
Ivan Castelli dei Lionsoul, che fornisce una prova davvero convincente in “
The Gift”, dalle suggestioni arabeggianti e un po’ Kamelot.
La più grande novità risiede nel fatto che, adesso, gli Avaland hanno (al di là degli ospiti) due cantanti fissi in formazione, ossia lo stesso Gzagg e Jeff Kanji, ed in questo modo il ‘gioco delle parti’ si fa interessante. Suono inspessito, parti più powerose ed una buona coerenza interna: bisogna ammettere che il progetto ha fatto un bel balzo avanti rispetto al predecessore. Gli Avaland, peraltro, saranno prossimamente in tour con i Rhapsody of Fire, una ghiotta occasione per conoscerli e testarli nella prova dal vivo.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?