Due brani per oltre quaranta minuti di musica non sono certo un buon viatico per un facile ascolto.
Se, poi, aggiungiamo che i
Bræ, duo formato dai prolificissimi,
Déhà e
Swartadauþuz, che da soli hanno più band di tutto il resto della scena estrema messa assieme, suonano un malatissimo black metal dal taglio atmosferico e depresso, ci renderemo conto che l'approccio ad
"Av Vålnader Bortom Allt", secondo parto dei nostri, è davvero complesso e, per certi versi, quasi insostenibile.
Eppure, dopo diversi ascolti, la destrutturazione della forma canzone, l'ipnosi dei pattern ripetuti, il gelo del black primordiale, i lunghi arpeggi melliflui, la sensazione di dolore estremo che pervade ogni attimo dell'album, e l'abisso nerissimo in cui si viene sprofondati, sono tutti elementi che compongono un mosaico affascinante, lontanissimo dalla speranza, privo di umanità e disturbato nella sua intima essenza.
In questo album tutto è dolore. Tutto è morte. Tutto è nulla.
L'incedere, interminabile, dei momenti cadenzati, o la velocità dei momenti più "classicamente" black, si uniscono in un tripudio di, poche, spaventose note che aggrediranno le vostre anime e le divoreranno dando vita alla musica dell'elogio funebre dell'umanità intera.
"Av Vålnader Bortom Allt" è un lavoro per pochi che ha la dilaniante capacità di fare malissimo e che piacerà a chi, nell'oscurità, si ciba di malattia.
Un delirante incubo senza fine.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?