"
The Second Coming", e lo dice già il titolo, è il nuovo album dei
Circus Nebula, un lavoro che segue a cinque anni di distanza l'omonimo album d'esordio e arriva con un po' (troppo...) di ritardo sulle nostre pagine.
Ma la formazione forlivese ha già dimostrato di avere pazienza e credo ci perdonerà. Infatti, i
Circus Nebula sono in attività sin dal 1988 e pur registrando qualche riassetto a livello di formazione non hanno mai tirato i remi in barca, ma i loro trascorsi sono stati già affrontati nel corso della recensione di "Circus Nebula" e oggi siamo qui a parlare del suo successore, che si presenta subito con un pezzo da novanta; anzi da ventitré, tanti quanto i minuti dell'opener, una suite che si dipana in sette atti e alla quale prende parte l'ospite
Valentina Cacciaguerra, cantante dei Floyd Machine e concittadina dei
Circus Nebula, e che ritroveremo poi anche nella conclusiva "
Burnin' Tree".
"
Jerusalem’s Lot" è ispirata, almeno credo, dal romanzo di Stephen King "Salem's Lot", e come nella miglior tradizione delle streghe i
Circus Nebula nel loro calderone musicale mettono diversi ingredienti e abbondanti dosi di Prog, Dark, Horror & Hard Rock e di Heavy Metal. Si potrebbero citare un'infinità di gruppi come possibili termini di paragone, ma preferisco pensare che il tutto sia semplicemente frutto della sensibilità musicale dei singoli componenti che si raccolgono sotto le insegne dei
Circus Nebula. Il lungo incipit strumentale dell'opener prende via via vigore su passaggi prima articolati poi vorticosi sui quali si affaccia la voce teatrale di
Marco "Ash" Bonavita, sorretto alla grande dal resto del gruppo e dove i drappeggi delle tastiere di
Michele “Gavo” Gavelli vengono lacerati dagli excursus solisti di
Alex "The Juggler" Celli in quell'alternanza di soluzioni strumentali (talvolta davvero inaspettate e sorprendenti) e vocali che ci accompagnano sino al termine della canzone.
Ma l'album non finisce qui, ci aspetta ancora una mezzora di grande musica, che viene declinata in altri cinque brani, inferiori all'opener solo per durata non certo per la qualità espressa ed ognuna con la propria personalità, per quanto spesso schizoide. "
Burn Witch Burn", che si apre con un'orchestra che sta giusto iniziando a riscaldarsi, si rivela poi come l'episodio più Heavy del lotto, sostenuto dal pulsare del batterista
Bobby Joker e di
Deva Silence al basso, che menano le danze anche nella successiva "
Coulrophobia", altro pezzo dove l'entropia controllata dei
Circus Nebula la fa da padrona. Non stupisce quindi cogliere su "
Sleepin' Gods Lie" accenni sabbathiani che si fondono con passaggi Jazz e Seventies, e fa pure piacere incappare in un lungo ed evocativo assolo di chitarra che precede un caotico finale, dal quale scaturisce la diretta e lineare (beh... per quanto possano concepire la cosa i
Circus Nebula) "
Age of Reckoning", con accenni Thrash affrontati con una verve ed una spigliatezza che mi hanno ricordato i toni e i modi dei Faith No More. Dopo aver bruciato la strega, ecco che per chiudere l'album i forlivesi decidono da dare fuoco ad un albero, ma prima devono sintonizzare la radio e andare alla ricerca della giusta frequenza, incappando così in quel mood alla Ozzy Osbourne imbastardito da spunti che possono far pensare tanto ai Queen quanto ai Pink Floyd, che caratterizza la conclusiva "
Burnin' Tree".
Era ora che "
The Second Coming" ricevesse tutte le attenzioni che merita anche da Metal.it, con l'augurio che il futuro possa finalmente arridere a questi musicisti che già hanno dimostrato di possedere tanta passione e altrettante qualità.
"Things were going very fast now. Too fast to suit him. Fantasy and reality had merged."
[Cit. Stephen King from "Salem's Lot"]
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