Terzo album in quattro anni di vita per
Khnvm, il cui leader originario del Bangladesh si é poi spostato in Germania, anche per dare maggiore visibilità alla band stessa … I precedenti due album sono stati accolti in maniera positiva dalla comunità estrema, grazie anche all’inserimento di piccole influenze orientali sul soffocante tappeto death. Il nuovo
‘Visions Of a Plague Ridden Sky’ continua saggiamente sui binari tracciati e ci offre una band che dimostra di conoscere perfettamente i gusti degli ascoltatori classici del genere e di come attirarne dei nuovi con gli inserimenti ‘esotici’ cui accennavo prima… in questa commistione di forte classicismo, con vocals profonde, ritmiche pesanti ma mai troppo veloci e un riffing solido, fanno un bello sfoggio di se i passaggi più orientaleggianti (soprattutto nelle strumentali
‘Hourglass Of Decadence PT I & II') che creano per lo più dei momenti di respiro e ‘relax’ all’interno di una proposta abbastanza claustrofobica. La ridotta durata del disco aiuta sicuramente nella fruibilità della musica, anche se da una certa sensazione di 'fretta' nella stesura dell'opera, che ad onor del vero non é niente di eccezionale e risulta oltremodo standardizzata nella maggior parte delle soluzioni. Pur non potendo dire di essere rimasto deluso dalla proposta, mi sento di ‘consigliare’
‘Visions Of a Plague Ridden Sky’ soltanto agli inguaribili maniaci del genere.
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