I canadesi
Antioch non indietreggiano di un centimetro, e album dopo album tengono altissima la fiamma del metallo più TRVE che riusciate ad immaginare, quello del mito, quello dei Priest più Priest, quello dei primi Maiden, dei primi Manowar, quello più veloce, cazzuto, urlato e senza compromessi. Insomma, un monumento al Metallo e un invito al nostro collega
Frank a fare del buon sesso con sé stesso, che poi è sempre quello migliore.
Chiuso il preambolo: il sesto capitolo della discografia degli Antioch, "
Molten Rainbow", è una colata di metallo fuso, con brani come "
Defiler" e la title-track a fare da apripista ad un disco che volerà veloce e potente per 41 minuti, con pochissimi cali di tensione. Le cose che da sempre si possono imputare a prodotti del genere sono la produzione non patinatissima (ma è quasi sempre una scelta consapevole, come in questo caso), e la poca varietà della proposta (ma anche questo è un trademark, quindi l'appassionato del genere non avrà di che lamentarsi). La voce di
Nicholas Allaire va in alto, sempre più in alto (cit.), forse troppo in alto, ma ci risiamo: è o non è un marchio di fabbrica dello speed metal più intransigente? Insomma, "Molten Rainbow" potrebbe essere chiamato un album "per nostalgici", se non fosse che la fetta di pubblico che apprezza il genere non è nemmeno tanto sottile. Da ascoltare e comprare solo se amate cotale tuffo nel passato immortale del nostro amato Heavy Metal.
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