Rieccoli qui i demoni veneti, con il nuovo sigillo a distanza di 17 anni dall’ultimo full “
PseudoChristos”.
Ma la formula non è cambiata, puro black metal nostrano con un pizzichino di vibrazioni vecchia scuola che richiamano i
Rotting Christ dei bei tempi.
L’apertura “
Argento” prende il via con toni doom per poi diventare un assalto all’arma bianca con un bello screaming acido e furioso; la melodia viene dosata con parsimonia per non corrompere la formula.
Anche la seguente “
Lame” è velocissima e feroce, non da un attimo di pausa; attenzione però, la band patavina non corre solamente, sa costruire mid tempos atmosferici e ricchi di sfumature come in “
Impero”.
“
Vento d’erebo” signori miei, è pura malignità che si esprime attraverso attacchi furenti ed uno stop più ragionato con riff nerissimi per poi riprendere la corsa.
In questo album fanno la comparsa anche dei solos di chitarra melodici che richiamano il metal classico.
La conclusiva “
Sorrow of the witch” sembra presa paro paro dal miglior
Sakis Tolis per il sapore mediterraneo della composizione, il riffing mi richiama quella scuola.
Un gran bel ritorno che vede i nostri non arrugginiti ma in grado di far capire che sono ancora in grado di dare la zampata, bentornati.
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