Questo disco dal vivo esce a nome
Sherinian/Phillips, ma la scaletta - comprensibilmente - è incentrata solo sulla produzione dell’istrionico tastierista californiano, che ormai da anni collabora con il celebre ex-
Toto.
Il live è complessivamente godibile, con diversi episodi tratti dai recenti
“Vortex” (
“The Vortex”, “Seven Seas”, “Aurora Australis”) e
“The Phoenix” (
“Empyrean Sky”, “Temple Of Helios”, “The Phoenix”) e con una serie di apprezzabili sorprese, dalla leggendaria
“Inertia” alla più recente
“Alpha Burst”, proveniente da quel
“Mythology” che rimane uno dei miei lavori preferiti dell’americano (sto invecchiando, vero?).
Il collega nei
Sons Of Apollo Ron Thal non fa rimpiangere gli interpreti originali di molti brani, da Zakk Wylde a Steve Stevens, mentre il buon vecchio
Simon Phillips si conferma musicista raro e difficile da imitare, un artista raffinato anche al fianco di arcinoti spacconi del progressive più muscolare (
“Barnacus”).
Una bella testimonianza, per quanto non indispensabile.
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