“
Close” ha fatto fare il definitivo salto ai
Messa, portandoli da band di culto, ad essere uno dei nomi più importanti del vecchio continente in ambito Doom e dintorni.
Questo non solo dovuto all’ottima bontà del disco, ma anche per un gran supporto dall’ottima
Svart Records, unito a decine e decine di concerti in giro per l’Europa dove c’è stata una tappa all’
Hellfest e ad un prossimo tour nord americano in compagnia di
Maggot Heart.
Al
Roadburn (la kermesse per eccellenza se si parla di determinati stili sonori) di quest’anno il gruppo veneto ha voluto fare una data speciale con l’aiuto di alcuni amici/colleghi per poter così riproporre ogni singola sfumatura del loro terzo album in studio ed ecco che accanto agli strumenti classici c’è tutto un armamentario strumentale a base di mandolini, synth, sax, dudukh tra i vari.
Scaletta purtroppo mozzata in questa uscita discografica dall’uscita particolarmente travagliata, ma i trentasette minuti qui presenti mostrano chiaramente come ormai si siano raggiunti livelli internazionali quando le condizioni consentono questo.
L’introspettiva e mantrica “
Suspended”, la misteriosa “
Orphalese”, la suadente “
0=2” e quel singolo ipnotico ed affascinante che è quella danza ritualista berbera dal titolo “
Pilgrim”, ci fanno riscoprire tutte quelle sfumature Blues, Etniche e Prog che abbiamo ascoltato lo scorso anno.
Suoni nitidi, potenti e scintillanti nei quali si staglia (ma con garbo) la bella voce di
Sara che non viene sacrificata (come purtroppo avviene a volte nei concerti ai quali mi è capitato di presenziare) e dove il tutto è ben dosato e bilanciato.
Una chiara testimonianza di come sia da stolti non assistere ad uno dei pochi concerti con questa line up a otto teste se ne si ha la possibilità.
“
This record is the outcome of joined venture we cherish in our hearts.”
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