Rusty Wounds è il progetto solista di
Gabriele “Rusty” Rustichelli, musicista e songwriter noto per essere il chitarrista e frontman della band alternative metal
Klogr, un progetto italo americano, piuttosto apprezzato, sulle scene da ormai un decennio.
Il desiderio di esplorare altri sentieri musicali, lontani dalla band di origine, ha portato alla nascita dei
Rusty Wounds che si presentano al pubblico con un album di cover intitolato
Genetic Code.
Il titolo, oltre ad evocare qualcosa riarrangiato in chiave industrial ed elettronica, sembrerebbe dettato dalla scelta di brani particolarmente significativi per l'autore, come se queste dieci canzoni fossero parte del patrimonio genetico di
Gabriele Rustichelli, qualunque sia stata la strada poi percorsa e le scelte musicali seguite, qualcosa di scritto nel proprio codice genetico.
Si tratta di un insieme di brani piuttosto eterogenei, che lasciano intravedere alcuni fili di collegamento che vanno dai
Nirvana ai
Foo Fighter, dai
Soundgarden agli
Audioslave, dai
Nine Inch Nails ai
Placebo passando attraverso
Michael Jackson per terminare con i
Led Zeppelin.
La scelta dei brani è stata coraggiosa, trovandosi l’autore a confrontarsi con alcuni tra i pezzi più belli e significativi nella storia del rock, interpretati da cantanti a dir poco iconici ed inconfondibili, come
Chris Cornell,
Kurt Cobain, per non parlare di
Robert Plant e
Johnny Cash, del quale
Gabriele Rustichelli sceglie il brano “
Rusty Cage” (di cui ben nota è la versione dei
Soundgarden) e "
Hurt", portato al successo proprio dalla struggente e toccante versione di
Cash sebbene il brano originale sia dei
Nine Inch Nails).
Mettersi alla prova con una serie di cover potrebbe sembrare una scelta facile solo in apparenza, in realtà è necessario avere la capacità di dare una nuova personalità ai brani, senza far troppo rimpiangere l'originale.
In
Genetic Code questa capacità emerge pienamente nella cover "
Billie Jean" di
Michael Jackson.
Rusty ci restituisce una versione rallentata, struggente, emozionante. È il brano che trasmette maggior emozione e sentimento, la voce trova una timbrica personale e intensa e gli strumenti orchestrano questa magnifica scenografia in un insieme equilibrato e molto ben suonato.
Molto interessante anche la versione di "
Rusty Cage" che, scivolando nelle note di "
Another Brick in the Wall", fornisce una interpretazione energica e convincente.
Gli altri brani invece stentano a mostrare una propria emozione, e a volte sembrano un compito ben svolto ma mancante di personalità, sebbene siano interessanti le sottotracce elettroniche che permeano tutti i brani.
Se l'idea è quella di trovare una strada per un proprio progetto solista, un album di cover può essere il primo passo, per capire anche i propri mezzi, per rendere omaggio ai propri miti, per divertirsi. E tra i brani proposti sicuramente è facile individuare quali sono i territori in cui il nostro "
Rusty" riesce a dare il meglio.
Album che consiglierei ai fan del musicista, anche se i già citati "
Billie Jean" e "
Rusty Cage" meritano senz'altro l'ascolto.
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