Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:41 min.
Etichetta:Godsend Records
Distribuzione:Cargo

Tracklist

  1. I'M LIVING IN PARADISE
  2. ONE OF A KIND
  3. USING THIS SONG
  4. MY PLEASURE
  5. BUILDING A BRIDGE
  6. I'LL FIND A WAY
  7. SOMETIMES LOVE
  8. YOU'RE THE BRIGHTEST STAR
  9. I SEE YOU
  10. THE LAST SONG

Line up

  • Mitch Malloy: all instruments and vocals

Voto medio utenti

Il debutto eponimo di Mitch Malloy è una di quelle “piccole gemme” del rock melodico che meriterebbero di essere presenti nelle collezioni di tutti gli appassionati del genere (in caso contrario, provvedere subito alla doverosa “riscoperta” …) e un po’ tutta la sua carriera artistica (tra prestazioni individuali, collaborazioni prestigiose e la recente esperienza con i Great White, da poco conclusa) si può tranquillamente considerare di buon livello, complessivamente degna di considerazione e stima.
Eppure, perlomeno dalle nostre parti e se escludiamo gli “specialisti” del settore, il suo nome è forse più legato al fatto di essere stato in predicato di entrare nei Van Halen (in sostituzione di Sammy Hagar … la scelta finì per ricadere su Gary Cherone, con i risultati che sappiamo …) che non per i suoi meriti musicali, anche in questo nuovo “The last song” davvero spiccati, a patto che amiate i suoni del rock n’ roll adulto di chiara ispirazione americana, mescolati con il blues e intrisi di sentimento.
Una “roba”, volendo fornire qualche indicazione stilistica di massima, tra Jeff Paris, Bryan Adams e i Tyketto, il tutto pilotato dalla voce pastosa e graffiante di un eccellente cantautore, che nello specifico si occupa anche di tutti gli strumenti e della produzione.
Un lavoro svolto in piena e assoluta autonomia (la Godsend Records è altresì l’etichetta discografica di proprietà dello stesso Malloy) che certifica l’enorme competenza del nostro, abilissimo nel condurre la battente linea armonica del rootsy-AORI'm living in Paradise” e praticamente perfetto quando si tratta di assecondare le grintose pulsazioni di “One of a kind”, uno degli highlight dell’opera.
Categoria a cui si aggrega senza dubbio alcuno pure la successiva “Using this song”, un gioiellino di appassionato romanticismo splendidamente interpretato dal vocalist statunitense, specializzato in ballad di pregio.
My pleasure” riprende ad artigliare i sensi degli appassionati in maniera più pragmatica, ma per ritornare veramente ai momenti di maggior interesse dell’album bisogna arrivare a “Building a bridge”, un hard-blues pregno di avvolgente magnetismo, al raffinato dinamismo e al refrain contagioso di “I'll find a way” e a “You're the brightest star”, un vibrante frammento sonico con impresso in maniera evidente sul pentagramma il marchio made in USA.
Appena meno efficaci appaiono “Sometimes love”, un po’ troppo “scontata” nonostante le intriganti stratificazioni vocali, e le patinature dello slow soulfulI see you”, mentre la title-track dell’albo è un altro racconto tipico del rock a stelle e strisce, un suggestivo viaggio tra polvere e Highway assolate.
The last song” è un disco da fare proprio per "stupirsi" di come la “semplicità” di belle canzoni sature di genuina carica emotiva sappia ancora sconfiggere ogni eventuale accusa di prevedibilità, riportando il talento cristallino di Mitch Malloy nelle zone alte della scena di riferimento.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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