Gli
AASAR sono una band formatasi nel 2019 tra le gelide montagne del Trentino, e di cui non si hanno molte informazioni. Proprio per questo, oltre al fatto che mi hanno catturato l’orecchio non appena mi sono stati proposti, scrivo con piacere questa recensione, nella speranza di dare risalto anche al metallo emergente nel bel paese.
Da quel che ci dice il gruppo stesso il loro monicker affonda le sue radici nell'antica religione egizia, nella fattispecie da Osiride, la dea degli inferi e dell'ignoto. Di conseguenza la sfera concettuale da loro trattata deriva dalla mitologia egizia, oltre che da quella norrena, ricontestualizzata e riattualizzata in ambito fantascientifico, nell’intento di trasportare l'ascoltatore nei meandri di un viaggio distopico e introspettivo.
Gli
AASAR debuttarono nel 2021 con il loro primo singolo,
"Fall Into Oblivion", e in seguito ad aver firmato un accordo con la casa discografica americana
Seek & Strike, danno in questi mesi alle stampe il loro primo EP:
“From Nothing To Nowhere”.
La proposta dei quattro trentini è un Deathcore dalle forti influenze Black, tant’è che si autodefiniscono BlackCore.
Il loro sound è molto moderno, prorompente, deflagrante e con un buon groove, merito sicuramente anche di un ottimo lavoro in fase di produzione. Siamo di fronte a sei pezzi all’insegna della violenza, con al loro interno breakdown potentissimi e non molti elementi melodici; salvo qualche momento sospensivo o alcune trame di sottofondo che donano una dimensione leggermente mistica, sontuosa, spirituale e filosofica ai brani, che ben si adatta ai messaggi che si propongono di veicolare.
Il platter si apre con l’introduttiva strumentale
“Rise Of The Dark Ether”, per poi esplodere con la
title-track, e trascinare per venticinque minuti l’ascoltatore tra le vette e gli strapiombi di un gelido Black/Deathcore, che riesce a coniugare la ferocia dell’old-school con la modernità raggiunta dal Metal odierno.
Un’ottima prova quella degli
AASAR…adesso li aspettiamo al vaglio del primo full-length, che probabilmente necessiterà di qualche sfumatura in più, e forse – non necessariamente – dell’inserimento di qualche mid-tempo; poiché
“From Nothing To Nowhere” riesce a non affaticare l’orecchio, data la sua natura di EP, anche grazie alla sua necessaria breve durata.
Recensione a cura di
DiX88
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