Chi non conoscesse i
Soen e dovesse giudicare la loro musica dalla copertina del nuovo disco, penserebbe ad una band estrema ed invece niente di più sbagliato.
Musica d'atmosfera, grandi melodie, pathos, orchestrazioni e chorus orecchiabili sono la formula vincente del sound della progressive band dei
Soen che col nuovo "
Memorial" piazzano un ennesimo colpo vincente dopo l'ottimo, precedente "Imperial".
Il sound è compatto, non mancano le sferzate metal sorrette da riffs duri ed incisivi (l'opener "
Sincere" su tutti ) e da solos tecnici ma il vero punto di forza sono le linee melodiche avvolgenti, "easy" ma mai banali nelle quali la voce di Joel Ekelöf svetta incontrastata, ci sono spesso dei break atmosferici, arpeggi e parti di pianoforte che arricchiscono la proposta dei Nostri enfatizzandone la classe sia in sede di songwriting che esecutiva. Il disco va assimilato tutt'uno come un grande affresco di progressive-metal moderno scevro di inutili virtuosismi o lungaggini alla Dream Theater tanto per intenderci, e che bada al sodo centrando sempre l'obiettivo di proporre canzoni dalle melodie un po' sognanti ("
Unbreakable" , "Hollowed" con Elisa alle vocals) ma sempre incisive ("
Violence" "
Fortress" dal riff bello groovoso).
Inutile dilungarsi in altre disamine, in fondo in quanti riescono a rendere una melodia piacevole e allo stesso tempo adrenalinica come la band svedese?
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