Secondo album per questo trio nostrano dedito a sonorità seventies con incursioni psych.
La band non inventa nulla di nuovo, l’impianto sonoro è un blues ad alto voltaggio come nell’opener “
Heavy dose” dove la chitarra dipinge assoli caldi ed il riverbero acido è presente.
Altro buon brano è “
I’m free”, dal retaggio settantiano con quel riffing caldissimo su un tappeto ritmato.
Il chorus è venato di psichedelia con una bella sezione centrale lenta, con il basso sinuoso che poi lascia andare un assolo liquido.
“
Death trip” è intriso di heavy blues come se l’epoca d’oro di queste sonorità non fosse mai passata; il pezzo è atmosferico con vibrazioni stoner e gli strumenti liberi di disegnare note prolungate.
Buona seconda prova per questo terzetto italico, personalmente avrei preferito una prestazione vocale più incisiva, ma non è male.
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