L’instancabile
Mariusz Duda ha avviato una carriera solista parallela intorno al 2020, concretizzatasi nel mastodontico esordio
“The Lockdown Trilogy” del 2022, centoquaranta minuti di elucubrazioni elettroniche da sconsigliare ai deboli di stomaco.
Il nuovo
“AFR AI D” ha quantomeno il dono della sintesi, ma a livello di sonorità non si discosta troppo dal suo predecessore. I riferimenti sono quelli più nobili, da John Carpenter e Vangelis (
“Taming Nightmares”) ai Kraftwerk (
“Good Morning Fearmongering”, “Mid Journey To Freedom”), da Klaus Schulze (
“Fake Me Deep, Murf”) agli ultimi Tangerine Dream (
“I Love To Chat With You”).
Se
“Bots’ Party” spicca per il groove ficcante e per il chitarrismo intenso,
“Why So Serious, Cassandra?” fa il verso ad Angelo Badalamenti, prima di un semi-tributo ai Depeche Mode nella conclusiva e intima
“Embracing The Unknown”.
Un’intelligenza artificiale dal passato ingombrante.
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