"
Origin" (2021) mi aveva riconciliato con una delle band migliori del panorama della "seconda ondata" di death melodico nordeuropeo dopo il mezzo passo falso di "
The Burning Cold".
Sto parlando naturalmente dei finlandesi
Omnium Gatherum che ritroviamo con l'EP "
Slasher", edito come sempre dal 2018 dalla importante
Century Media Records.
Ed in un anno in cui - nello stesso campo da gioco - escono i dischi di
Insomnium,
Saturnus,
Marianas Rest,
Aetherian (solo per citarne alcuni), non battere un colpo per ricordare al mondo la propria presenza sarebbe stato sicuramente un errore; il punto è però sempre lo stesso: avere qualcosa da dire.
Tralasciando la cover di "
Maniac" (lo ricordate il tormentone di
Michael Sembello, trascinatore del film "
Flashdance" vero?) davvero poco riuscita, "
Slasher", "
Sacred" e "
Lovelorn" i tre brani che compongono il dischetto, suonano come lavori di mestiere e nulla più, canzoni fatte con il pilota automatico ma senza quel cuore, quella convinzione, quel quid in più che sarebbero serviti per renderli - non memorabili - ma almeno distinguibili.
Invece, pur con il consueto grande lavoro di
Markus Vanhala alla sei corde, l'impegno di
Jukka Pelkonen dietro il microfono e le melodie della tastiera di
Aapo Koivisto, "
Slasher" non decolla mai, non riesce ad uscire da una diffusa monotonia.
Per presentare il nuovo chitarrista
Nick Cordle sarebbe servito qualcosa di meglio insomma....
La cosa peggiore - a mio parere - è che l'EP non costituisce il miglior viatico per il prossimo disco: vedremo se gli
Omnium Gatherum (come già anno fatto post "
The Burning Cold") saranno in grado di fugare le mie paure.
Omnium Gatherum - "
Slasher"
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