"Come! Inferno, come!
Bring your dread sorrows and flames
To drain what strength in me remains
And I shall recall my journey told through fire"

Si apre con questa invocazione al Regno dell'Angelo Nero - declamata dal narratore (storyteller per i non vintage come chi vi parla) Phillip Nathaniel Freeman "A Journey Told Through Fire", quarto lavoro sulla lunga distanza dei norvegesi Sworn.
Il quartetto, nato nel 2005, nonostante l'indubbia qualità dei propri lavori è sempre rimasto ai margini della scena melodic black, confuso nel magma sempre più vasto di innumerevoli band di genere.
Ebbene va detto subito in modo da dissipare ogni dubbio: gli Sworn di comune hanno poco o nulla e "AJTTF" lo ha urlato a tutto il mondo metallico.
Dopo il precedente "Dark Stars and Eternity" (2018) si erano perse le tracce del combo di Bergen e le limitazioni imposte dal C-19 sembravano aver ancora di più allontanato Tom Ian Klungland e sodali dai propri fan; in realtà la loro vena creativa era ben lungi dall'essere esaurita, e "AJTTF" è emerso dalla sofferenza, dal dolore, dal buio di tre anni maledetti come un novello Dante provato dall'attraversamento del Regno Infero.

Gli Sworn non si limitano ad un disco con i consueti rimandi agli imprescindibili Dissection, Necrophobic e Rotting Christ: fanno tesoro dei loro insegnamenti, li uniscono ad influenze più "moderne" - Mgla, Uada e tocchi di Keep of Kalessin del magnifico "Armada" - e compongono 7 brani di purissima luce nera.
La struttura delle canzoni è complessa, stratificata, densa, ricca di riff sinistri, di blast beat furenti, di vocalizzi che paiono provenire dall'angolo più remoto di Malebolge alternati a struggenti tessiture acustiche, partiture gelide di synth e chitarre pulite che cesellano atmosfere di rara bellezza.
Là dove Jon Nödtveidt e Joakim Sterner trasudavano malvagità e cattiveria - e qui risiede la peculiare differenza dei nostri - gli Sworn trasmettono una devastante angoscia ed una inestinguibile malinconica rassegnazione, seppur declinata nel nero.

"AJTTF" nel mio animo ha richiamato il celeberrimo XXVI canto dell'Inferno dantesco e tutta la terribile chiusura delle peregrinazioni di Ulisse condannato al fuoco eterno insieme a Diomede: un viaggio per l'appunto narrato attraverso le fiamme.
"A Godless Domain", "Calamity Sea", "Visions of Fire" o la conclusiva titletrack: non c'è una traccia che si faccia preferire alle altre, offrono tutte lo stesso memorabile e grandioso affresco.
A voi lascio il piacere di scoprirlo - o riassaporarlo se lo avete già apprezzato a dovere, a me tocca il durissimo compito (e non pensavo sarebbe successo) di decidere se gli Sworn abbiano composto il DISCO del 2023 scalzando gli Insomnium dal trono che avevo loro assegnato con (stupida?) sicurezza sin dallo scorso febbraio.

Sworn - "A Journey Told Through Fire" (full album)