Che carriera strana quella dei tedeschi
Obscura, uno dei nomi di punta dell’attuale panorama Technical Death Metal. Certo, vista la concorrenza che hanno, mi viene da dire che non ci vuole molto tra virtuosismi esasperati, riffs poco incisivi e tante, troppe idee buttate alla rinfusa da parte di diversi attori del genere.
Perché parlo di carriera strana?
Beh innanzitutto la band esordì nel lontano 2006 con un disco di Death Metal che più marcio e primitivo di così era impossibile da fare!
Tre anni dopo il balzo tecnico (e pure qualitativo, diciamolo) fu sorprendente con un apprezzabile bricolage di
Cynic e
Atheist. Visto che la strada per il successo (relativo ad una certa nicchia) fu spalancata la band andò avanti su di essa, incorporando pure influenze
Malmsteeniane a tutto spiano e sfiorando il plagio a più riprese degli ultimi
Death.
Ed arriviamo ai giorni nostri con un gruppo sulla cresta dell’onda, spinto più che mai dalla propria casa discografica (e ci mancherebbe altro, è il loro lavoro dopotutto) e a questa celebrazione live che dal titolo fa già intendere che sarà il primo di una serie di capitoli.
Visto che di quel pattume imbarazzante che è “
Retribution” la band se ne vuole giustamente dimenticare, la scaletta dei brani presenti pesca dal successivo “
Cosmogenesis” (2009) per giungere fino all’ultimo “
A Valediction” (2021) e i deathster tedeschi mi hanno ricordato che al netto di essere dei musicisti di un livello tecnico a dir poco superbo, alla fine hanno una personalità artistica davvero molto opaca e gira e rigira non si sono più allontanati da quella confort zone che in maniera un po’ polemica potrei definire di cover band: non prendiamoci in giro, i mezzi plagi ai
Death, i riferimenti ai
Cynic, a certi
Pestilence, agli
Atheist e in misura minore a
Yngwie Malmsteen sono evidenti.
Un peccato che gli
Obscura non siano ancora riusciti a trasformare questo taglia e cuci in un qualcosa di realmente unico e personale (come invece sono riusciti in parte a fare gli
Alkaloid) e che rimangano in questa sorta di limbo abbastanza paraculo.
L’uscita live è apprezzabile (e dopo sei album in studio è pure giustificabile), ma alla fine mi ha ricordato che agli
Obscura manca quel quid in più per avere una loro identità artistica.
Ed è un peccato, perché lo potenzialità ci sono e sono pure enormi, ma al momento sono affogate in un minestrone di quello che furono i grandi del passato.
Comunque questa versione easy listening dei
Necrophagist per essere bella, lo è, ci mancherebbe altro…
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?