Dopo aver realizzato con "Enlighten The Darkness" uno degli album più riusciti degli ultimi anni, gli
Angel Dust si ripresentano con la loro ultima fatica, il sesto album per il gruppo tedesco, oramai il quarto dopo il loro comeback sulle scene. Il primo ascolto di "Of Human Bondage" mi ha lasciato un attimo perplesso, ovviamente gli Angel Dust sono riconoscibili sin dalle prime battute, ed il loro sound è sempre quel thrash tecnico ed aggressivo, dalle sonorità moderniste dovute sopratutto alle tastiere di Steven Banx. Eppure "Of Human Bondage" non è riuscito a coinvolgermi al primo colpo come successe ai tempi del suo predecessore, del quale non riesce a ricreare le atmosfere tragiche e drammatiche che ben si adattavano al concept su cui ruotava "Enlighten...". Ma cosa sarà cambiato da due anni a questa parte? Un nuovo chitarrista, lo statunitense Ritchie Wilkison, che ha suonato dal vivo nei Demons & Wizards ed ora entrato al posto di Bernd Aufermann, portando maggior cattiveria nel sound del gruppo, direi a discapito dei passaggi più vicini al classico metal e di certe atmosfere progressive. Certo che ascoltando l'accoppiata posta in apertura del Cd, non sembra che gli Angel Dust ci abbiano rimesso: "The Human Bondage" e "Inhuman" mostrano un fattore "violenza" che non mi aspettavo, veramente devastante ("...I Hate You!!..." mostra una cattiveria degna degli Slayer). Purtroppo qualche crepa comincia a vedersi nella seguente "Unreal Soul" dove le linee vocali citano apertamente i Megadeth, e non sarebbe nemmeno male, se non fosse per un uso eccessivo (ovviamente a mio vedere) di effetti e di quel approccio elettronico che avrà il suo culmine nella cover "Killer" di Adamski. L'interlocutoria "Disbeliever" è un semi-lento che permette di assaporare al meglio la bravura di Dirk Thurisch, cantante veramente abile, tecnicamente e per il feeling che riesce a dare alle sue interpretazioni. Molto belle anche le melodie vocali nel chorus di "Forever", mentre a seguire "Unite" e la più atmosferica "The Cultman" confermano la passione dei tedeschi per i Nevermore. "Got This Evil" non offre spunti particolarmenti interessanti, cosa che invece riesce benissimo alla stupenda "Freedom Awaits", malinconia e melodia con un grande break strumentale ed un chorus nel più classico stile del gruppo, ma che allo stesso tempo mostra un lato sinora inedito con qualche accenno a quanto proposto ad esempio dai Sentenced. Chiude la già citata "Killer" che devo ammettere mi ha indispettito, e spero che per inserirla gli angel Dust non abbiano sacrificato qualche loro brano. Forse sarò sembrato troppo critico nei confronti di "Of Human Bondage", che è in realtà un ottimo album e che ha dimostrato di crescere con gli ascolti, non escludo quindi che alla fine dell'anno si insinui nella mia top list, ma per ora continua a non esaltarmi... anche se continuo a trovare difficoltà nel toglierlo dalla mia autoradio.
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