Copertina 8

Info

Anno di uscita:2024
Durata:50 min.
Etichetta:Steamhammer / SPV

Tracklist

  1. RUN INTO THE SHADOWS
  2. HERE COMES THE RAIN
  3. SOME KIND OF TREACHERY
  4. AFTER THE SILENCE
  5. BLUE TANGO
  6. THE DAY HE LIED
  7. THE SEVENTH DARKNESS
  8. BROKEN CITY
  9. I WANNA LIVE
  10. BORDERLINE

Line up

  • Tony Clarkin: guitar
  • Bob Catley: vocals
  • Rick Benton: keyboards
  • Dennis Ward: bass
  • Lee Morris: drums

Voto medio utenti

Nella vita “reale” è abbastanza normale che dopo tanti anni di attività professionale si faccia strada un affievolimento dell’entusiasmo (per chi ha la fortuna di provarlo …) e che gli effetti deleteri della routine finiscano per farsi sentire in maniera significativa.
Ora, anche se nel mondo dell’arte le cose sono leggermente diverse, il rischio che l’ispirazione si inaridisca è altrettanto elevato, puntando dritto sul “mestiere” e magari sulla cieca benevolenza dei propri fedeli estimatori.
Che cosa “chiedere”, dunque, al nuovo lavoro di un gruppo come i Magnum, dopo oltre cinquant’anni di carriera, una discografia sterminata (piena di meraviglie sonore) e la comparsa degli inevitabili “acciacchi” patiti dai suoi membri storici (a questo proposito, il tour promozionale del nuovo album è stato purtroppo annullato a causa dei problemi di salute del chitarrista Tony Clarkin …)?
La risposta è semplice … quello che si “pretende” dai tanti veterani del rock, e cioè di dimostrarsi all’altezza della loro nobile “storia”, di onorare al meglio il loro impegnativo blasone, consapevoli che difficilmente, e per molte ragioni, i capolavori del passato potranno essere superati dalla nuova produzione.
E allora diciamo subito che “Here comes the rain” si offre al vaglio dei fans del gruppo britannico nelle migliori condizioni “estetiche” possibili, con il ritorno delle inconfondibili matite di Rodney Matthews a sostenere adeguatamente il suggestivo e altrettanto unico stile dei nostri.
Eh già, perché il pomp hard - rock dei Magnum è davvero peculiare, e la conferma della loro incontrovertibile personalità è il primo degli elementi rilevabili dall’ascolto dell’albo, ancora una volta uno splendido affresco fatto di stesure melodiche solenni e arcane, marchiate a fuoco dalla voce evocativa di Bob Catley, magicamente impassibile di fronte al trascorrere del tempo.
Il clima armonico dell’opera si mantiene sempre piuttosto melodrammatico e magniloquente, ma non mancano nemmeno i cenni d’immediatezza inseriti nella favolosa melodia di “Run into the shadows” e nel refrain di “After the silence”, gli scatti hard n’ roll di “Blue tango” (non troppo lontani da certi Judas Priest più “commerciali”) o ancora le piccole “stranezze” concesse a “The seventh darkness”, dove una sezione di ottoni (appannaggio degli ospiti Chris "BeeBe" Aldridge al sax e Nick Dewhurst alla tromba) impreziosisce e caratterizza la vena eroica del brano.
Altrove, come anticipato, è l’enfasi fiabesca a prendere il sopravvento, circostanze in cui il cantore Catley conquista decisamente il proscenio, evocando nella valorosa title-track dell’albo, nella sinfonica "Some kind of treachery”, nella mesta "The day he died” e poi ancora nella struggente “Broken city” (con un testo ahinoi, molto contemporaneo …), nella barocca “I wanna live” e nella fiera “Borderline”, vivide proiezioni in note dell’Antica Inghilterra, in cui convivono felicemente mito, lirismo, dramma e tensione emotiva.
In un rockrama dove il “ricambio generazionale” appare particolarmente complicato e difficoltoso, i Magnum rappresentano un fulgido esempio di emozionante riconoscibilità espressiva e inattaccabile integrità artistica … nel 2024, esigere qualcosa di più da loro sarebbe pretenzioso e insensato.

Quando ormai la recensione era stata stilata ed era pronta per la pubblicazione, arriva in redazione il comunicato della dipartita di Tony Clarkin, a causa dell’aggravamento della patologia che aveva costretto i Magnum ad annullare la loro tournée europea. Una notizia davvero tristissima che ci priva di un musicista e autore straordinario, capace di lasciare un segno indelebile nella Storia del Rock … dopo una breve riflessione, ho accantonato l’idea iniziale di riscrivere la mia disamina, rischiando magari di cedere all’apologia commemorativa … e allora, aggiungo solo: ciao Tony, buon viaggio, e grazie di tutto … non sei più con noi, ma la tua splendida musica ci accompagnerà per sempre.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 gen 2024 alle 23:43

Gran bell'album, soprattutto la prima metà. Solo io penso che "Some kind of treachery" sembra uscita da un Avantasia qualsiasi (di quelli belli però)?? Catley mamma mia, un grande.

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