Tempo di EP per i bolognesi
Gengis Khan che, ad appena un anno di distanza dal loro ultimo full-length, intitolato
Possessed By The Moon, ci propongono questo
Masters Of My Sins.
La band, capitanata come sempre dall'inossidabile
Frank Leone alla voce, ci sbatte in faccia il suo consueto heavy metal ruvido, diretto e privo di compromessi, senza tuttavia disdegnare la propria sfera melodica.
Le 5 tracce presenti in questo disco si distinguono per le loro strutture spigolose e, in alcuni frangenti, vantano spunti interessanti (vedasi, ad esempio, brani quali
Nightmare o
In The Land Of Darkness), merito, per lo più, delle scelte stilistiche adottate da
Neil Grotti e
Mike Petrone alle chitarre e da
Lee Under alle tastiere. D’altro canto, anche la sezione ritmica, curata da
Lyon al basso e dalla giovane
Gemma Sofia Salvatori alla batteria, fa il suo.
Eppure, non tutto gira per il verso giusto.
Masters Of My Sins mette in luce tutti i pregi, ma anche i difetti dei
Gengis Khan, encomiabili per fede metallica e genuinità, ma autori di composizioni che, sulla distanza, si rivelano poco trascinanti e, talvolta, eccessivamente scontate.
I vari brani di questo EP partono forte, con intenzioni bellicose ma, durante il loro scorrimento si rivelano oltremodo lineari, senza un vero e proprio cambio di passo, anzi, perdono mordente, alla stessa stregua di un incendio deflagrato improvvisamente e che, altrettanto repentinamente, perde la propria intensità.
In ogni caso, onore e massimo rispetto, nei confronti di autentici “True Defenders” come i
Gengis Khan!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?