Copertina 6

Info

Anno di uscita:2024
Durata:37 min.
Etichetta:Lifeforce Records
Distribuzione:Lifeforce Records

Tracklist

  1. THY PATHWAY
  2. DARKNESS, I COMMAND
  3. I DON'T EXPECT I SHALL RETURN
  4. WASTELANDS
  5. I (INSTRUMENTAL)
  6. CHAOS REIGN
  7. A WINTER SONG
  8. TO TEAR THE FLESH
  9. ...BUT GRIM WILL FOLLOW
  10. II (INSTRUMENTAL)
  11. I AM THE END

Line up

  • Eik Halle: Bass
  • Werner Riedl Drums
  • Eddy Langner: Guitars
  • John Gahlert: Vocals
  • Ferdinand Rewicki: Guitars

Voto medio utenti

I tedeschi Fall of Serenity, band ruotante attorno alla figura del frontman John Gahlert, tornano con un nuovo full-length a distanza di ben diciassette anni da “The Crossfire”.
Diciassette anni in cui nel frattempo i teutonici hanno pubblicato solamente un paio di singoli nel 2023, e un EP a fine gennaio di questo 2024.
Il come back dei Fall of Serenity porta il nome di "Open Wide, O Hell”, e viene rilasciato sotto l’egida (per la terza volta) della Lifeforce Records.

La proposta di Gahlert & company resta pressoché invariata rispetto ai loro standard, ovvero un melodic death di chiara derivazione nord europea dal volto moderno, caratterizzato da una forte matrice metal core (difatti, al contrario di quanto da loro dichiarato, io li colloco prevalentemente in questo filone) dai forti connotati thrash, su cui si inserisce, probabilmente qui con più prepotenza del passato, un alone black a mio avviso molto gradevole, come per esempio avviene nei riffs portanti di “Winter Song” e “To Tear the Flesh”.

Il platter nell’insieme, purtroppo, similmente a quanto avvenuto per i loro lavori precedenti, non risulta particolarmente entusiasmante.
Non si può negare che contenga brani solidi, come i due già citati, o l’opener “Thy Pathway”. Probabilmente è proprio la prima cartuccia il capitolo più riuscito, risultando davvero ficcante grazie al suo ritmo tritaossa unito ad un’attitudine catchy garantita, oltre che da buone linee vocali, da riffs molto azzeccati e da vari hooks posizionati strategicamente. Così come suona discreta la conclusiva e più melodica “I am the End”.
Altrettanto non si può dire per il resto dell’album; che nonostante goda generalmente di un buon tiro, e di un sound pressoché perfetto, scorre via piuttosto liscio e indolore…
E questo non lo si può perdonare ad un disco estremo.

Salvo qualche momento sparso, e alcuni solos melodici molto belli, non vi sono elementi – oltre a quelli citati poco sopra – che riescano a lasciare il segno, e soprattutto, che possano aiutare l’ascoltatore a distinguere "Open Wide, O Hell" dal prodotto di qualunque altra band dedita al deathcore più melodico.




Recensione a cura di DiX88

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