"
Loud & Clear" per il sottoscritto è il miglior disco di aor di tutto il decennio '90. Svoltato pagina dagli eighties, nei primissimi anni '90 l'aor ed il class metal tira ancora, di riflesso, prima dell'alluvione grunge e nu metal ed i
Signal riuscirono, con altre band, a strappare un contratto con una major come la
EMI. Peccato che il disco, oltre a non essere promosso, era di difficilissima reperibilità sin da subito.
La band affonda i suoi albori quando il cantante
Mark Free dopo i due dischi iniziali decide di lasciare i
King Kobra; nel 1987 incontra il bassista
Erik Scott, che insieme al batterista
Jan Uvena (ex Alcatrazz) suonava nella band che accompagnava
Alice Cooper. Trovata la sezione ritmica, la ricerca di un adeguato chitarrista richiede più tempo. L'ex chitarrista degli
Streets Mike Slamer li aiuta in qualche demo finché trovano il candidato ideale in
Danny Jacob (che ha suonato con
Sheena Easton). Quindi il contratto con la EMI è cosa fatta, mentre incontrano degli inconvenienti per la scelta del produttore, poiché il designato,
Danny Kotchmar sta lavorando per il disco di
Don Henley.
Così nel frattempo Mark Free registra quattro pezzi con
Carmine Appice,
Chuck Wright e il chitarrista nostrano
Alex Masi per la colonna sonora di un film in pubblicazione per la
Metal Blade. Quasi un anno dopo aver firmato il contratto con la EMI, i Signal trovano finalmente il produttore in
Kevin Elson e quindi nel '90 esce lo stupefacente "Loud & Clear".
La produzione è netta, squillante nelle tastiere, roboante nel riverbero controllato delle chitarre e "
Arms Of A Stranger" mette subito in atto queste strategie. "
Does It Feel Like Love" si distende con un atmospheric power più arioso, ma esplode all'altezza del coro magistralmente condotto da Mark. "
My Mistake" possiede un leggero accento funky combinato con partiture che sembrano uscite dai
Foreigner più classici, ed in effetti il cantato li ricorda molto con Free sulle tracce di
Lou Gramm. "
This Love, This Time" è una sognante melodia per una ballad fantastica ed intimista. "
Wake Up You Little Fool", scritta tra gli altri da
Van Stephenson, si può definire un aor epico con un crescendo emozionale irresistibile. "
Liar" è vicina ad episodi più calmi dei King Kobra di "
Ready To Strike", anche per merito del modo di interpretarla di Free. "
Could This Be Love" è la seconda ballad, avvincente anche questa e lontana da ogni manierismo, mentre "
You Won't See My Cry" conferma che in "Loud & Clear" tutte le canzoni profumano di classico e cesella un altro refrain imbattibile. "
Go" è vicinissima ai
Triumph di "
Running In The Night" (da "
Surveillance").
"
Run Into The Night" è l'ennesima prova che i Signal riescono a passare da parti suadenti a ritmi più 'fisici' con una naturalezza disarmante, figlia di un songwriting inappuntabile.
Come scritto in precedenza questo è IL disco aor degli anni '90 e per distacco.