Hidden significa nascosto in lingua inglese ma qui di nascosto non c’è nulla, anzi qui è svelato il tutto musicalmente.
Eccomi qui a parlare del nuovo parto musicale degli alessandrini che è un disco al calor bianco.
La band si muove tra costruzioni sludge/doom con chitarre grasse e riverberate come le voci e momenti psych, come se lo spirito di
Syd Barrett o di
Roky Erickson si siano incarnati nei musicisti, basti pensare all’apertura "Crookhead" che dava il titolo all’ep precedente e fungeva da apripista a questo nuovo lavoro; composizione lunga, pesante con voci sullo sfondo ma soprattutto un’apertura melodica di chitarra posta a metà del brano per poi ecco arrivare la bordata acida sul finale.
Altro pezzo affascinante è “
Spidher”; sludge cadenzato con chitarre ossessive, circolari, vocals ruvide ma sempre sullo sfondo ed effetti di tastiera spaziali con arpeggi cupissimi quasi a rendere ancora più straniante l’atmosfera che deflagra in tutto il suo fulgore sul finale.
Chiude l’opera “
Soulost”, lenta, dove le tastiere anche se non preminenti non sono mai banali ma servono a intelaiare la struttura sonora con la base ritmica cadenzata sottolineata da riff e voci riverberate.
Il basso è l’elemento principe, dal suono grosso e che prende il campo con le chitarre che disegnano archi sonori ultradimensionali, psichedelici.
Altro centro che confezionano i nostri con il solito suggestivo artwork a cura di
Malleus Rock Art Lab; se esistesse un film di fantascienza con la f maiuscola, gli
Ufomammut ne sarebbero la colonna sonora perfetta.
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