Che gli
Alicate siano perdutamente innamorati di quell’
hard-rock bluesy rilegato con l’
AOR che tanta fortuna ha avuto negli
eighties, è un fatto assodato per quelli che conoscono la loro storia (il gruppo nasce proprio alla fine degli anni ottanta, ma per varie vicissitudini arriva all’esordio discografico sulla lunga distanza solo nel 2009) o perlomeno hanno apprezzato il buonissimo “
Butterfly”.
Per chi si fosse perso gli anzidetti rilievi e ami anch’egli questo tipo di
sound così “datato”, consiglio (oltre al recupero del suddetto
full-length del 2022) di prendere contatto quanto prima con questo “
Heaven tonight”, un ascolto assai godibile per tutti coloro che considerano tuttora Whitesnake, Van Halen, Lion, FM e Foreigner imprescindibili compagni musicali della loro esistenza.
Nell’albo troverete infatti una credibile “rievocazione” di quelle sonorità, attuata con competenza e buongusto, caratteristiche che rendono l’evidente “dipendenza” dagli inarrivabili modelli un comportamento tutt’altro che deleterio o distruttivo.
Come sempre accade in queste situazioni, anche “
Heaven tonight” non è adatto agli intransigenti ricercatori dell’innovazione (“gente” che, però, oggi e in questo specifico ambito stilistico non ha certo vita facile …), ma se, per esempio, siete “pronti” e predisposti ad ascoltare un godibile ed effervescente
mix di Van Halen, Mr. Big e Whitesnake, non potrete far altro che accogliere positivamente “
Are you ready”, l’esortazione sonora che apre il programma dell’albo.
“
Under the gun” aggiunge un tocco “crepuscolare” al contesto sonico, con il cantante
Jonas Erixon veramente a suo agio nei panni di discepolo
Coverdale-esco, mentre con la
title-track dell’opera e la successiva "
Big time” gli
Alicate rafforzano la sacra alleanza tra
hard melodico e
AOR, applicando una lezione assimilata da maestri come Foreigner e
Sammy Hagar.
Immaginare
Tawny Kitaen ammiccare sulle note romantiche di “
Ride the storm” e “
Hold on” sarà per molti (soprattutto per quelli più “maturi” …) estimatori del settore una circostanza piuttosto frequente, e se invece preferite “roba” più vigorosa affidatevi tranquillamente a “
Dreaming”, “
Dangerous”, “
Count to ten” e al
melodic anthem “
Hold on”, brani dove a tratti affiorano pure i Rainbow “americani”.
In conclusione, “
Heaven tonight” dimostra ancora una volta come si possa operare con una certa classe, senza nascondere nemmeno per un attimo le proprie influenze primarie, su schemi espressivi immutabili … qualora tale concetto non “urti” la vostra sensibilità di
rockofili, dategli una
chance.
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