I
Mütiilation, punta di diamante delle
Les Légions Noires, tornano a farsi sentire a distanza di ben 17 anni da
"Sorrow Galaxies", con una nuova opera che rappresenta un vero e proprio atto di devozione al culto della fiamma nera:
"Black Metal Cult", sotto l'egida della
Osmose Productions.
Meyhna'ch si fa affiancare dal batterista
Kham per incidere questo nuovo gioiellino, che al momento, a mio avviso, rappresenta una delle migliori uscite dell'anno, e
forse la migliore del filone raw old school.
Quello contenuto in
"Black Metal Cult" è un condensato di tutto ciò che dovrebbe contraddistinguere il black metal.
II guitarwork è un tripudio di dissonanze ben accostate, talvolta su moti sincopati in linea retta, tal altre con andamenti circolari, che mossi da una spinta tendente all'entropia, deflagrano in un apparente caos ai limiti del noise. In frangenti differenti, al contrario, sono i tremolo picking e i droni più classici ad ergersi al ruolo di protagonisti, attraversati nelle retrovie dallo splendore del suono saturo di ghiaccio ereditato dalla tradizione scandinava. Fendenti di rasoio che nel dilaniare la nostra carne riflettono le angosce più tetre della natura umana.
La potenza di questo lavoro è davvero notevole, sia in termini prettamente sonori che per quanto riguarda la capacità evocativa; lo scream di
Meyhna'ch è sgraziato, lancinante, in alcuni momenti ebbro e tracotante, quasi narcotizzato, nell'equilibrio instabile che trova dimora nella terra situata al confine tra misticismo onirico e realtà.
Quando la luna infuocata si erge alta, regina del cielo, colma di sfavillante ossidiana, sembra di udire al nostro interno gli ululati, di rabbiosa disperazione, emessi da questo lupo solitario affamato di vita.
Tuttavia, quanto detto non sarebbe sufficiente a fare di questo LP una preziosa reliquia nera, se non fosse per la capacità di unire l'attitudine più selvaggia e oltranzista del black tradizionale, con un songwriting sopraffino, e soltanto all'apparenza banale. Ogni elemento è accuratamente soppesato e inserito volontariamente nella posizione dove è stato collocato. Anche la produzione stessa è strutturata ad hoc; portando a termine l'obbiettivo di rendere attuale un prodotto integralmente concepito in chiave retrospettiva.
Si ravvisa una dinamicità di insieme che scorre fluida e senza attriti, resa più avvincente dall'unione dell'anima nera ad alcuni lasciti del thrash e a qualche tenue cromatura hardcore, entrambi ben valorizzati dal drum work di
Kham che puntualmente ridistribuisce le carte in tavola.
Queste due variabili di cui ho appena fatto menzione, fortunatamente – almeno dal mio punto di vista –, non inficiano eccessivamente sull'atmosfera monocromatica dell'opera; semplicemente la rendono materia pulsante, richiamando vagamente alcune soluzioni dei migliori – i primi –
Impaled Nazarene.
Non mancano anche sparuti momenti sospensivi e atmosferici, echi di voci in lontananza (
"The Fall of Islam") e fraseggi diabolici che nella loro azione distensiva rendono il tutto ancora più inquietante.
Le legioni nere sono tornate, e con loro il buio della notte...
Immergetevi nell'oscurità, le prime luci del dilùcolo saranno il segno premonitore dell'avvenuta catarsi.
FFO:
Vlad Tepes,
Belkètre,
Judas Iscariot,
Nargaroth,
Black Funeral,
Malign... Ecc.ecc.
Recensione a cura di
DiX88
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