È un discorso sottile il DSBM contenuto nel debut album degli americani
Nobody,
“Despair Is Where My Thoughts Swim” (
End My Life Records/Tragedy Productions); il quale si snoda in un equilibrio che trova solidità nella precarizzazione dei rapporti di forza tra atmosfere peculiarmente DSBM – con partiture aggressive in chiave più tradizionale -, momenti melodici e immaginari tratteggiati da pennellate gotiche richiamanti la trilogia dei
The Cure, che si ricavano spazio all’interno di strutture progressive dilatate, dove le componenti di matrice ambient restano assenti, o comunque contenute, per lasciare gioco libero agli strumenti classici, in cui il guitarwork assume il ruolo di protagonista assoluto.
Ci si avvale di tutto il repertorio tipico del black metal; da riverberati protesi all’infinito, a tremolo iconoclastici sorretti da blast beats micidiali, fino a spingersi nelle lande del death e del thrash (
“Obscurity’s Embrace”).
Vi sono numerose progressioni di stampo heavy, ora a spezzare, ora ad uso conciliatorio delle varie suite; conferendo all’insieme una lieve ariosità che, puntualmente, prima di annegarci ancora e ancora, in atmosfere pregne di angoscia esistenziale, ci consente di riprendere quel filo d’aria appena sufficiente a ripristinare i livelli di ossigenazione, atti a consentirci il proseguo dell’ascolto.
Vi è molto dolore in questo lavoro, numerosi tremori… Tuttavia non è esente dal calore dell’amore che trova respiro con il polmone di una declinazione nostalgica, richiamante vagamente il pathos dei
Gris; e tramite lo scream, e l’ampia varietà di registri vocali strazianti di
Void, accostabili in alcuni frangenti all’iconico
Nattramn; tuttavia con una poetica decadente squisitamente identitaria.
“Despair is Where My Thoughts Swim” è un’opera che in realtà lascia trasparire molta vita da dietro la sua aura depressiva, e vi riesce mediante una dinamicità che si insinua grazie alla vivace alternanza di tutte le sue sfaccettature, le quali, talvolta, assumono parvenze sperimentali. Sperimentalismi probabilmente ereditati dai
Lifelover (non a caso vi è una cover di
“Myspys”), pur senza culminare in tali eccessi; bensì restando ancorato sul terreno ghiacciato della nera fiamma .
Indubbiamente debitore ai migliori
Shining per buona parte della sua ossatura, il debut dei
Nobody, pur non contenendo novità assolute, riesce a commuovere, spaventare e a far gridare tutte le ombre che si celano al nostro interno; risultando dotato di quella scintilla che ne consente l’immediata introiezione nel nostro mondo occulto.
Non ne abbiate timore… Il dolore e la vita scorrono sopra la lama del medesimo pugnale.
“So Let the tears of twilight weep
A long sorrow vast and deep
The world moves on with its relentless flow
Yet a void remains where the silent death bestows
A departure unseen, unheard, unknown
Into the quietude, the great unknown
In the silence, echoes of a life now gone
A legacy whispered, a memory drawn”
Recensione a cura di
DiX88
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