Gli Sloveni
Srd si ripresentano a distanza di circa quattro anni con la loro terza opera,
"Vragvmesiton", rilasciata tramite la
On Parole Productions.
"Vragvmesiton" porta avanti un black metal caratterizzato da suoni estremamente gelidi e assai nitidi per il genere, frutto di una produzione in linea con le coordinate del nuovo corso dell'arte oscura; tuttavia con un approccio molto personale, e a tal proposito mi spiegherò meglio nelle righe che seguono.
I brani hanno un andamento piuttosto monocorde, a differenza del suo ben più ritmato predecessore,
"Ognja prerok", con dissonanze moderatamente marcate e un'atmosfera desolante che richiama la scena di Reykjavík (
Icelandic black metal), e in generale alle coordinate norvegesi tracciate durante la prima metà degli anni '90.
A questo si aggiunge una forte influenza tratta dal periodo
"Hammerearth"/"Twilight of the Gods" dei
Bathory, da cui si riprendono determinati elementi folcloristici; e in generale si avverte un certo ancoramento alla cosiddetta prima ondata del black metal. Tale aspetto si ripercuote parzialmente anche sull'impostazione delle linee vocali di
Goran, il quale sfodera un cantato "pulito" estremamente possente e indemoniato; dove in molteplici frangenti si erige su tonalità declamatorie dal sentore apocalittico, anziché utilizzare il classico scream a cui tutti noi siamo abituati.
Il disco risulta statico… ma solo ad un ascolto disattento.
Se si pone orecchio e cuore sulla musica degli sloveni possiamo intravedere un gusto melodico ricercato, e soprattutto dotato di una potenza evocativa davvero elevata.
È un LP contraddistinto da una poetica magniloquente che fa della muscolarità la sua arma principale; merito anche di un basso carico che sostiene egregiamente il guitarwork, donando così un groove corposo alla sezione ritmica.
Non mancano in ogni caso anche piccole incursioni in generi meno estremi, come potrebbe essere lo stoner della
"title-track", o il piglio più hard-rock della quarta traccia, dove si ha un sentore di orecchiabilità leggermente maggiore; retaggio di
"Ognja prerok", il quale abbondava di tali elementi, tanto che potevamo tranquillamente definirlo black 'n' Roll.
A mio avviso la terza fatica degli
Srd rappresenta un piccolo passo indietro rispetto al suo predecessore – che ritengo un piccolo capolavoro –; tuttavia è un ottimo album che si cimenta nell'audace impresa di dare una declinazione della fiamma nera che non finisca nel calderone dell'omologazione.
Gli sloveni sono una realtà estremamente dotata e ricca di spunti interessanti, penso – e spero – che questo non sia un punto di arrivo ma soltanto una tappa di un percorso in via di adempimento. Proprio come possiamo apprendere dalle tematiche volutamente rimandanti al
Nietzsche de
'"La nascita della tragedia", probabilmente vi è la necessità di trovare la giusta soluzione al dualismo conflittuale tra l'immediatezza estatica dell'arte dionisiaca, e l'ordine razionale e intellettualistico del principio apollineo.
Nel frattempo godetevi
"Vragvmesiton", con tutto il suo ermetismo, garantito da un dialetto sloveno antico difficilmente comprensibile anche per un madrelingua. Lasciatevi trascinare nell'inospitalità di una fiamma nera piegata servizio della riproduzione artistica di una realtà gelida, asettica ed estraniante.
Recensione a cura di
DiX88
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?