Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:47 min.
Etichetta:Black Lion Records
Distribuzione:Clawhammer

Tracklist

  1. CRIPPLED AT THE CORE
  2. THE LOSS
  3. NEVER GOING BACK
  4. UNDERGROUND FOREVER
  5. CITY ON A CEMETERY
  6. POSING CORPSES
  7. ARTILLERY COMMUNION
  8. VANQUISHER
  9. BLASTED PAST EXTINCTION
  10. INHALING THE DUST OF BONES

Line up

  • Cale Costello: Drums
  • John Robinson: Guitars
  • Joey Scaringi: Vocals
  • John Neadow: Bass

Voto medio utenti

I canadesi Duskwalker, band dedita ad una forma di thrash/death estremamente seminale, tornano sul mercato con il loro terzo full-length: "Underground Forever", sotto l'egida della Black Lion Records.

"Underground Forever", come si può evincere dal titolo ampiamente stereotipato, è un platter che si muove su coordinate tradizionali e intransigenti con i dovuti adeguamenti che riescono a non renderlo anacronistico.
Il guitarwork è più orientato al thrash che al death e riprende a piene mani dal sound della triade teutonica, dagli Slayer e dal proto-death di band come i Possessed. La componente death passa prevalentemente attraverso l'utilizzo del blast beat e del growl, che si alterna alle harsh vocals più tipicamente thrash raggiungendo talvolta, per brevi frangenti, estremità baritonali che avvicinano la proposta al brutal. In altri momenti invece il growl ha un andamento che richiama un po' al Chuck Billy di "The Gathering" (1999), così come il complesso della struttura compositiva.
I brani contenuti in "Underground Forever" hanno un andamento piuttosto esplosivo, garantito anche da alcune intromissioni di venature grind e deathcore, e dai numerosi rallentamenti densi di groove che si inseriscono tra le partiture al fulmicotone, dove la matrice death diviene predominante.

Il terzo LP dei Duskwalker avrebbe le potenzialità per essere un buon prodotto, è ben suonato ed il songwriting è discretamente ispirato; purtroppo paga il dazio di essere leggermente ripetitivo nel riproporre di frequente i medesimi schemi, oltreché di dilungarsi troppo in alcune tracce. E quest'ultimo elemento, data la pesantezza della proposta, tende ad affaticare l'orecchio. Inoltre molto spesso ci troviamo di fronte a strutture eccessivamente derivative e non sempre adeguatamente collegate nelle loro molteplici sfumature.

Recensione a cura di DiX88

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