Gli svedesi
Kvaen, capitanati da
Jacob Björnfot, una volta assoldato l'onnipresente
Fredrik Andersson (ex-
Amon Amarth) alle pelli, proseguono con costanza il loro andamento creativo a cadenza biennale, arrivando a rilasciare in questi giorni il loro terzo full-length:
"The Formless Fires", sotto l'egida della
Metal Blade Records.
Inutile specificare che i
Kwaen si inseriscono nel corso della scuola svedese, per la precisione in quel tipo di Black più melodico, talvolta sconfinante nel Death, portato avanti, riferendoci alle similitudini con gli Kvaen, da
Dark Funeral,
Dawn e
Dissection.
Gli svedesi, preservando buona parte degli ardori guerreschi di
"The Funeral Pyre" (2020), seppur leggermente mitigati già dal precedente
"The Great Below" (2022), proseguono sul "nuovo" sentiero confezionando 50 minuti di Black Metal ancor più melodico, dove si inseriscono qualche moderata atmosfera di stampo Pagan/Viking; e il tutto convogliato all'interno di un involucro moderno dato da una produzione assai nitida e forse a mio avviso un po' troppo compressa. Io personalmente, di produzione, preferivo quella del debut; in ogni caso vi rassicuro subito che qui non troverete "plastica".
Continuano ad essere rinvenibili nella loro proposta forti contaminazioni Heavy, Speed e qualche eco Thrash che rende la loro musica estrema piuttosto originale, pur rimanendo in ambiti ben consolidati e non innovativi.
La melodia, come già affermato, è ben presente in questo lavoro e innerva ogni singola traccia ripercuotendosi soprattutto in assoli densi di pathos e dal gusto estremamente classico. Stile classico udibile per esempio nel mid-tempo muscolare squisitamente 80's
"Tornets sång", dove sia il riffing che le fasi soliste riprendono dall'Heavy e dalle varie diramazioni poco prima citate; fino ad incorporare sentori Hard-rock estremamente caldi (negli assoli).
"The Formless Fires" è un'opera ben bilanciata tra assalti sonori (si prenda ad esempio la
"Title-track"), parti armoniche che talvolta si inoltrano in brevi spaccati acustici (
"De dödas sång"), oltreché in atmosfere vagamente orientali. Tutto l'album, pur nella sua complessità di strutture, è dotato di un'ottima orecchiabilità, la quale fluisce spontanea da un sentimento epico che si dirama capillarmente sotto l'epidermide di tutti i brani; sia nei numerosi momenti dove i
Kwaen spingono sull'acceleratore che nell'incedere degli incalzanti e galvanizzanti mid-tempo.
Potete acquistare tranquillamente
"The Fromless Fire"; non sarà certo un prodotto in grado di ribaltare il tavolo dell'arte estrema, tuttavia si attesta sicuramente su livelli di eccellenza. E questo non è affatto cosa da poco.
P.S.
Sebastian Ramstedt dei
Necrophobic suona la chitarra nella seconda traccia; e l'ottava vede invece la partecipazione di
Chaq Mol dei
Dark Funeral, anch'esso in veste di chitarrista.
Recensione a cura di
DiX88
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