Gli
Árstíðir lífsins ritornano a distanza di pochi mesi dall'EP
"Hermalausaz" con il loro sesto album intitolato
"Aldrlok", rilasciato nuovamente sotto il patrocinio della
Ván Records (come tutte le altre loro pubblicazioni).
Similmente agli album precedenti,
"Aldrlok" presenta nove canzoni per un tempo di riproduzione totale di ben 82 minuti; contenendo elementi Black Metal sia moderni che tradizionali, nonché un insieme di suoni folcloristici ed etnico tribali che trovano spazio sotto varie forme. Quali i soliti contorni ambient, supportati da canti oscuri, a tratti sciamanici, e strumenti classici che decorano pregevolmente l'opera; cantata come sempre in una lingua antica di matrice norvegese-islandese con corposi richiami alla poesia skaldica ed eddica.
A livello tematico, invece, viene sondato in profondità il processo di cristianizzazione della Scandinavia avvenuto tra il secolo IX e XI, culminato per quanto riguarda l'Islanda nell'arco dell'anno 999/1000. Un processo di cristianizzazione avvenuto in forma tutt'altro che pacifica, come si potrebbe ingenuamente pensare, bensì sanguinario… Un po' come avviene ai nostri tempi con le grandi esportazioni di "valori umani"...
Fin qui, dunque, niente di nuovo sotto la neve per il progetto di
Árni; e infatti quasi si potrebbe non recensire questo disco dato che si mantiene sulle medesime coordinate dei precedenti, tuttavia il processo di lieve ricalibrazione stilistica che si intravedeva in
"Hermalausaz" mi aveva incuriosito, e inoltre gli
Árstíðir lífsins sono realmente dei maestri in ciò che fanno. Pur senza mai cambiare le carte in tavola riescono a suonare con sempre più accuratezza la loro musica.
Tornando ad
"Hermalausaz" vi è da dire che quel processo che tendeva ad assorbire le componenti ambient diminuendone la loro dilatazione, e a soffermarsi su strutture Progressive, dove però il predominio restava quasi sempre nelle mani degli strumenti tradizionali, e di cui vi scrissi al tempo della sua uscita, qui nel nuovo
"Aldrlok" prosegue, riuscendo a resistere continuativamente per quasi tutti i suoi 82 minuti. Le parti ambient sono ancora presenti ovviamente, tuttavia di rado si impadroniscono della scena come in passato, al contrario sono incorporate quasi all'unisono, salvo sporadici eventi, con le trame musicali principali. I parlati oscuri, con i vari canti etnici di stampo primitivo, mantengono sempre una musicalità estremamente orecchiabile e risultano mai come oggi integrati con l'anima Black Metal del gruppo, e in ogni caso anch'essi restano minoritari e meno pervasivi rispetto ai precedenti LP.
Questo rende
"Aldrlok" un lavoro tutto sommato, data la proposta, molto compatto ed estremamente avvincente. Ascoltandolo si viene risucchiati in un vortice spazio temporale che ci trasporta indietro ai tempi dei cambiamenti religiosi di cui abbiamo parlato poco sopra, e all'interno dei più variopinti e misteriosi rituali pagani.
…È difficile riemergere, poiché arduo è cessare di ascoltare un'opera così maestosa e ammaliante.
"Aldrlok" non contiene novità alcuna; bensì consolida, ricalibra e rafforza una declinazione della fiamma nera in cui gli
Árstíðir lífsins si dimostrano nuovamente dei fuoriclasse incontrastati.
Recensione a cura di
DiX88
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