Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:54 min.
Etichetta:Bad Reputation

Tracklist

  1. LOOKING SO GOOD
  2. BAD OF BONES
  3. ENDLESS CIRCLE
  4. HAFA CAFÉ
  5. THE BIG WAVE
  6. BLACK HAWK DAWN
  7. FAMILY MAN
  8. SOMEWHERE SOMETIMES
  9. SANDCAKE
  10. TRAPPED IN THE WOODS
  11. THE GRAND DESIGN
  12. MY LADY IN RED
  13. TIME AND SPACE

Line up

  • Jacopo ‘Jack’ Meille: vocals
  • Gianluca Galli: guitars and keyboards
  • Andrea Castelli: bass
  • Matteo ‘Bona’ Bonini: drums

Voto medio utenti

Trattare il terzo disco dei Silver Horses è per il sottoscritto fonte di doppia soddisfazione.
Innanzi tutto, perché “Electric omega” è un lavoro eccellente e poi perché mi fornisce l’occasione di riparlare dei Mantra, un gruppo straordinario, che purtroppo ha “raccolto” molto meno di quello che avrebbe meritato.
Vedere nuovamente riuniti Jacopo ‘Jack’ Meille, Gianluca Galli e Andrea Castelli, già “agitatori” di quella intrigante applicazione della nobile lezione impartita da Free, Bad Company e Led Zeppelin, è, per chi aveva mal accolto la sua sparizione dai radar sonori, motivo di grande compiacimento e curiosità.
Proprio la nascita dei Silver Horses, band fondata da Galli con il prestigioso supporto di Tony Martin (e ricordiamo altresì il fattivo contributo di Andrea Ranfagni), ha rappresentato un bel modo per “consolarsi” e anche seguire con ammirazione le vicende di Meille alla blasonata corte dei Tygers of Pan Tang non ha fatto altro che confermare le spiccate qualità espressive di un cantante che meritava palcoscenici ampi e importanti.
Con la conferma del brillante apporto ritmico di Matteo ‘Bona’ Bonini, la “nuova” incarnazione dei Silver Horses sembra proprio voler riprendere la parabola artistica interrotta con “I 4 D” e la presenza nella scaletta di “Electric omega” di svariate rielaborazioni dei pezzi dei Mantra consolida con forza tale impressione, convalidando al contempo il valore di un repertorio che poteva e può tranquillamente rivaleggiare ad armi pari con quello di celebrità del calibro di Rival Sons, The Answer, Dirty Honey e Greta Van Fleet.
Insomma, il disco risulta veramente coinvolgente, e senza distinzioni tra il “passato” e il “presente” di questi favolosi musicisti, sa come ammaliare profondamente gli estimatori dell’hard-rock “classico” che conoscono la differenza tra “ispirazione” e “riproduzione”.
Ed ecco che pur rispettando pienamente i sacri dogmi del genere, la band sciorina una raccolta di canzoni palpitanti e avvincenti, a partire dal groove irretente di “Looking so good” e proseguendo con la melodia avvolgente e pulsante di “Bad of bones”, una sorta di jam session tra Zeps e Foo Fighters.
Il clima pastoso e intenso di “Endless circle” evidenzia come, grazie a cultura, competenza e feeling, si possa ancora omaggiare efficacemente il Dirigibile più famoso del rock, mentre in “Hafa café” la celebrazione si arricchisce pure dei Rainbow più “esotici”, il tutto reso senza l’ombra di lassistici compiacimenti.
La magia elettroacustica di “The big wave” (da consigliare anche ai fans dei Pearl Jam) continua ad avere una presa emotiva incredibile e se cercate qualcosa di leggermente più viscerale ecco arrivare “Black hawk dawn” e “Family man” con la loro emozionante carica hard-blues.
Le rarefazioni folk-rock di “Somewhere sometimes” e della ombrosa “The grand design”, il tocco electro-funky (vagamente alla INXS) concesso a “Sandcake” e la cangiante “Trapped in the woods” (non lontanissima da certe cose del Plant solista) aggiungono supplementare fascinosa varietà ad un programma che non perde un’oncia della sua capacità di suggestione né nell’enfasi adescante di “My lady in red” e né in “Time and space”, con il basso di Castelli in bella evidenza all’interno di una struttura musicale capace di trasportare la “storia” del settore dritta nel terzo millennio.
Sarebbe bello, oltre che sacrosanto, a questo punto, che il ritorno dei Silver Horses, attirasse l’attenzione di tutti (nessuno escluso, eh …) quelli che nutrono un’indissolubile passione per il rock “vecchio stile” suonato e interpretato con classe, perizia e anima, consentendo così ai nostri di proseguire ulteriormente in quel percorso espressivo iniziato già qualche tempo fa e in grado di riservare, ne sono certo, tante altre vigorose e benefiche good vibrations.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.