Metto subito le mani avanti e dico che per i
Sacred Reich nutro una profonda stima: ho sempre pensato che questo gruppo alquanto sfortunato e rimasto nelle retrovie abbia sempre avuto uno stile molto personale, oltre che molto da dire sia a livello lirico che musicale. Musicalmente parlando hanno fatto un Thrash Metal sì molto imbastardito dal Punk, ma al tempo stesso sono sempre stati molto attenti alle melodie, trovando un connubio molto ben riuscito grazie ad un equilibrio mirabile tra questi due opposti. Senza contare i testi fortemente critici e impegnati.
Dopo quella tripletta mitica formata da “
Ignorance”, “
Surf Nicaragua” e “
American Way” (ristampati negli ultimi anni), il gruppo ha subito una parabola discendente e come molte altre compagni Thrash Metal dopo la seconda metà degli anni ’90 ha sventolato bandiera bianca.
Ma poi passano gli anni, il fenomeno Grunge e Alternative piano piano si smorzano et voilà, ecco tornare molti gruppi di culto tra cui i
Sacred Reich, che finalmente nel 2019 tornano con un dignitosissimo album (“
Awakening”).
A cinque anni di distanza arriva sul mercato la ristampa di “
Heal” sempre con la fedele
Metal Blade.
Prima metà dell’album su livelli decisamente alti, tra i sentori Southern Metal di una sorprendente “
Ask Ed” o che va a parare più sui lidi anni ’90 con sentori più grooveggianti che non allo speed di ottantiana memoria nelle efficaci “
Low”, “
Heal” o nell’altalena ritmica di “
Don’t”, “
Break Through” o della feroce opener: la gioia massima la si ha nel sentire un riffing di chitarra così massiccio e corposo, attorniato da assoli e ritornelli più melodici della media, andando a ricamare un sound che più americano di così si muore! Poi nella seconda metà i musicisti mettono il cambio automatico e si va su coordinate più sicure ma al tempo stesso più prevedibili e per certi versi più Crossover/Hardcore nei ritmi. Pollice su per la bonus track, una riuscita cover di “
Beef Bologna” dei mitici
F.E.A.R. da “
The Record” (1982), uno dei dischi più visionari e audaci del Punk Hc a stelle e strisce.
Che dire? L’ultimo capitolo discografico poco prima della resa (momentanea) di una band che nonostante tutto, continua il suo cammino con coerenza e convinzione. “
Heal” rappresenta tutto questo e mostra come i Sacred Reich, al contrario di altri, avessero ancora qualcosa da dire in quegli anni bui per il genere. Chissà se il prossimo anno dopo questa ristampa il gruppo farà uscire del materiale inedito…
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