Gli
Embryonic Autopsy sono una Brutal Death Metal band statunitense formatasi di recente, e che attualmente vede al suo attivo la pubblicazione di due full-length, di cui l'ultimo, che andremo adesso a trattare, uscito verso la metà di giugno:
"Origins of the Deformed", sotto l'egida della
Massacre Records.
Innanzitutto vi è da segnalare che
"Origins of the Deformed" vede la presenza di numerosi assoli di ospiti veramente illustri…
James Murphy,
Jack Owen e
Terrance Hobbs, vi dicono qualcosa?!
Generalmente diffido da questo tipo di iniziative, poiché di frequente hanno funzione di artificio atto a sopperire la bassa qualità del lavoro. Tuttavia così non è nel caso degli
Embryonic Autopsy.
A livello tematico gli statunitensi gravitano attorno alla strana teoria di un'ibridazione tra l'uomo e gli alieni, come spiegazione del sofisticato sviluppo tecnico dell'antica civiltà egizia, e in particolar modo per la costruzione delle piramidi.
Non casualmente possiamo rinvenire all'interno del platter un discreto numero di atmosfere orientali, tanto care anche ai Nile, e qualche elemento sci-fi di sottofondo (
"Dissolving in Acidic Afterbirth").
Nonostante ciò, non è a realtà così tecniche che si deve guardare per comprendere la musica di questi ragazzi, bensì a gruppi come i
Broken Hope; in particolar modo per le numerose parti cadenzate, le strutture ear catcher e per il sound che, se è vero che si inserisce nel solco dell'old-school, presenta anche una corposità che ne enfatizza notevolmente il groove. Inoltre, un altro nome, a cui a mio avviso si può fare riferimento, è quello dei
Gorgasm; soprattutto per l'andamento di determinati assalti sonori, ovviamente sotto il dominio degli immancabili blast beats e dei riffs motosega, che altresì non divengono mai eccessivamente inintelligibili. Al contrario, conservano dinamiche lineari e scarsamente avviluppate, cosa al quanto rara date le derive prese dal genere da molti anni or sono.
Non viene mai smarrita la sensazione della forma canzone, concentrandosi sull'aggressione in your face, sul groove schiacciasassi e su una musicalità di insieme che mantiene una certa presa catchy, in grado di rendere emozionante l'ascolto e facilmente memorizzabili le tracce. Parte del merito va attribuito a
Tim King (attivo anche con gli
Oppressor), in grado di modulare il suo growl estremamente cavernoso e difficilmente comprensibile, su vari registri conferenti una discreta dinamicità a uno stile che, altrimenti, poco spazio lascerebbe all'interpretazione.
Si passa da un growl stile
Barnes, a momenti più gutturali che sfiorano lidi Sick/Slam, fino a rantoli di porco sgozzato dalle tonalità più elevate e di fattura Goregrind. Quest'ultime, insieme a certe partiture, contraddistinte da sfuriate permeate da una sensazione di urgenza primitiva, sostengono il corrispondete lato gore dei testi, movimentando un po' la lieve staticità degli
Embryonic Autopsy.
"Origins of the Deformed" ha il pregio di unire l'estremismo sonoro tipico del Brutal Death Metal, con le strutture più assimilabili e dalla presa immediata degli albori del Death Metal, guardando sia nella direzione delle formazioni iconiche d'oltreoceano che a quelle europee (Bolt Thrower, Entombed...).
Viene restaurato in maniera avvincente l'antico sudario del metallo della morte da noi tanto amato, con tutti i suoi resti di carne putrefatta.
Un disco dove agli orpelli e agli effetti pirotecnici si predilige l'efficacia e l'efferatezza esecutiva, veicolate tramite la carta vincente della forma canzone.
Recensione a cura di
DiX88
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