Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:19 min.
Etichetta:Antiq Records

Tracklist

  1. LANTERNE DES MORTS
  2. LA VIEILLE PRÈS DU LAVOIR
  3. FRÈRE JEAN-THÉOPHANE
  4. TERRIOR TERREUR

Line up

  • Konstantin Korolev: bass
  • Hyver: vocals, guitars, synthesizers

Voto medio utenti

Dopo "Noirceur Mystique D'autrefois", uscito ad inizio anno, torna sul mercato discografico Hyver con un nuovo EP di soli quattro brani per una ventina di minuti di durata.
Un breve assaggio, dunque, dell'evoluzione di questo interessante progetto che, dal dungeon synth dell'esordio, passando per il black del lavoro precedente, ci regala, oggi, uno squisito spaccato Medieval Black delle terre francesi, riuscendo a trasportarci, con la sua musica, tra campi fangosi, vecchi villaggi di pietra, antiche abbazie e paludi infestate.
"Fonds De Terroir", pur nella sua breve durata, è un concentrato di orgoglio, passione e stretto legame con la propria terra, che si giova, a differenza dell'album precedente, di un'ottima registrazione in grado di esaltare il connubio tra riff epici e synth armoniosi sui quali echeggia, minacciosa, la voce aspra del main man Hyver, vero cantore di tempi andati e valori perduti.
La musica dell'artista francese, qui accompagnato da diversi ospiti, risulta fomentante, battagliera, folkloristica nelle sue spire e dannatamente ricca di passione, tanto che, facilmente, al suo ascolto ci sentiremo come antichi cavalieri, senza macchia e paura, pronti alla battaglia in difesa del nostro mondo e dalla nostra storia, esattamente come, purtroppo, non accade più nello schifoso mondo moderno che ci circonda.
"Fonds De Terroir", al contrario, ci ricorda che, una volta, quella che oggi chiamiamo Europa, era un luogo per il quale morire e verso il quale guardare con orgoglio ed ammirazione sulla base di tradizioni e culture mille volte più evolute dell'odierno marciume.
Onore dunque ad Hyver ed al suo viaggio avventuroso verso l'ignoto, un viaggio, nemmeno a dirlo, sul quale soffia, spavaldo e ribollente, il suono della fiamma nera.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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