Con un passato di pregio in Poisonheart e Dreamhunter, i
My Darkest Red si presentano oggi con tutto il loro carico di
metallo tenebroso, figlio dei capostipiti Alice Cooper e The Sisters Of Mercy e strettamente imparentato pure con prestigiosi proseliti dei suddetti maestri del calibro di The 69 Eyes, Poisonblack e To/Die/For.
Un lignaggio che i nostri affrontano con intelligenza e cultura, ma che in questo esordio per la
Sneakout Records (la stessa che aveva già patrocinato “
Till the morning light” dei Poisonheart) soffre un po’ di alti e bassi, quasi il percorso espressivo della
band, intenzionato a non dissolversi negli stereotipi del genere, non abbia ancora trovato una piena “messa a fuoco”.
Ecco che in “
Midnight supremacy” si alternano intuizioni molto intriganti e situazioni meno efficaci, all’interno di un crogiolo musicale comunque mai molesto sebbene talvolta un po’ “sfilacciato” e non sempre marcatamente incisivo.
In tale contesto, appaiono particolarmente riuscite l’evocazione per licantropi “
By the moonlight”, la melodia solenne e decadente “
Tears in the snow”, la sarabanda sepolcrale "
Eternity” (
ah, quelle tastiere …) e ancora le “cinematografiche” “
From dusk till dawn” e “
Miriam (she wakes up at midnight)”, suggestivi richiami a due modi differenti, egualmente coinvolgenti, d’intendere il “sublime del terrore” nella settima arte.
Discorso a parte merita, infine, il morboso lirismo di “
The flame”, da considerare l’autentica “perla nera” del programma.
Sviluppare ulteriormente, attraverso opportune inoculazioni di compattezza e “distinzione”, un impeto creativo già abbastanza spiccato, è la “sfida” che attende il futuro artistico dei
My Darkest Red … una prova senz’altro impegnativa che “
Midnight supremacy” consente di prevedere pienamente alla loro portata.
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