I veterani del Brutal Death Metal italiano
Corpsefucking Art rilasciano in questi giorni di inizio ottobre 2024, sotto l'egida della
Comatose Music, il loro sesto full-length:
"Tomatized".
"Tomatized" è un album estremamente tradizionale e dai tratti elementari, i deathsters italiani si muovono sulle coordinate tracciate a inizio anni '90 dai
Cannibal Corpse, e inoltre con una discreta somiglianza stilistica anche con alcune composizioni dei
Mortician. Un Brutal Death Metal che non si mantiene esclusivamente su linee veloci, anzi, sono più numerosi i mid tempo - dove anche qui il retaggio della band di
Webster risulta marcato -, congiunti a rallentamenti paludosi che richiamano da vicino gli
Autopsy dei tempi migliori. Il sound è piuttosto grezzo e vecchia scuola, bensì con un groove accentuato capace di conferire alle tracce una notevole pesantezza; merito inoltre di una produzione saggia operante da trait d'union tra passato e modernità, effettuata magistralmente da
Alessio Cattaneo (Hideous Divinity, Satanika, ecc.) e
Stefano Morabito (Fleshgod Apocalypse, ex-Hour Of Penance, V.A.).
Per quanto invece attiene alla componente Goregrind degli esordi, questa permane, tuttavia, salvo sporadiche sfumature di talune sfuriate che infrangono i muri sonori dei riffs, cadenzati e tellurici, che in prevalenza sostengono l'intelaiatura della musica dei
Corpsefucking Art, resta declinata perlopiù a livello testuale.
Il disco scorre agevolmente, e per un amante del Brutal vecchia guardia sarà un piacere da ascoltare; altresì penso che qualche spinta in più sull'acceleratore non avrebbe guastato, potendo donare un dinamismo maggiore all'opera. In ogni caso, si tratta di un bel prodotto, in grado di riconfermare, se mai ce ne fosse stato il bisogno, come la formazione romana sia da anni una garanzia nelle frange più estreme del metallo della morte.
Persisto nella mia convinzione che un gruppo come i
Corpsefucking Art sarebbe in grado di elevarsi più in alto… Dovrebbero solo decidersi a relegare nell'ombra i "padri" fondatori, assumendo in prima persona il ruolo di protagonisti della propria "scenografia".
Recensione a cura di
DiX88
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