Gli
InnerWish sono una certezza nel loro genere!
Mai un vero e proprio capolavoro, ma nemmeno mai un album che si possa definire davvero brutto.
Il combo greco, con il nuovo
Ash Of Eternal Flame, uscito per la
Reigning Phoenix Music, giunge al traguardo del sesto sigillo discografico, in quasi 30 anni di attività, a ben 8 anni di distanza dal precedente
omonimo full-length!
Forte di una line-up quanto mai consolidata, la band ellenica genera un lavoro coerente con la propria tradizione, dalla struttura corposa, in cui, un metal di estrazione fondamentalmente classica, abbraccia ritmiche più vicine al power (ottimo, a tal proposito, il lavoro di
Fragiskos Samoilis alla batteria e di
Antonis Mazarakis al basso).
Parallelamente, la musicalità di
Ash Of Eternal Flame non è mai messa in discussione e danza a braccetto con la sostanza, sprigionando tutta la propria energia, attraverso le abilità ed il gusto melodico degli storici chitarristi
Manolis Tsigos e
Thimos Krikos e del tastierista
Georgios Georgiu che, con i loro strumenti, disegnano il paesaggio ideale, all’interno del quale, il vocalist
George Eikosipentakis, può dare sfoggio al proprio timbro graffiante ed a tutte le sue abilità espressive.
Le trame melodiche, infarcite di un pizzico di ellenica epicità, sono il fiore all’occhiello dell’intero album. Anche se talvolta sanno di già sentito, o altre volte possono sembrare troppo scontate (
Higher,
Once Again,
Breathe), si rivelano efficaci, rispecchiando fedelmente lo stile compositivo degli
InnerWish e concedendosi qualche piacevole divagazione, dal sapore orientaleggiante (
The Hands Of Doom), o maestoso (
Sea Of Lies, in cui fai la sua comparsa Hansi Kürsch, come special guest), o cedendo il fianco a brani più articolati (la title-track), oppure ancora, concedendosi delle sferzate di sana ferocia che inevitabilmente, per intensità, svettano sulle altre tracce (
Soul Assunder,
Cretan Warriors).
Nel complesso,
Ash Of Eternal Flame è un lavoro onesto, anche se forse eccessivamente prolisso e troppo lineare, privo di veri e propri picchi compositivi, ma comunque, godibile e di discreta qualità.
Un disco che sarà certamente apprezzato dagli estimatori storici degli
InnerWish, poiché in esso potranno ritrovare tutte quelle peculiarità che hanno sempre caratterizzato il sound della band greca, negli ultimi tre decenni.
Bentornati
InnerWish!
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