Ridendo e scherzando, gli
Hatchet sono arrivati a quasi venti anni di carriera, spesa a riportare in auge le vecchie sonorità thrash metal dei leggendari eighties. Tra mille problemi di line up (la band negli anni ha cambiato più membri che mutande), sono riusciti comunque a portare a casa quattro full length tra il 2008 e il 2018, e, dopo una lunga pausa di sei anni, incredibilmente questa volta non dovuta ad ennesimi problemi di formazione, tirano fuori questo nuovo EP.
Come già detto, le coordinate lungo le quali si muovono i nostri sono quelle del thrash metal di chiaro stampo americano (fate conto di mettere nel frullatore i Municipal Waste, per alcuni momenti più scanzonati e per le gang lyrics, e i primissimi Annihilator – e tenete a mente questo nome – per le ritmiche serratissime e le chitarre taglienti), se non fosse per le linee vocali di
Julz Ramos, leader supremo della band e unico superstite della formazione originale, che ha studiato, forse fin troppo bene, lo stile vocale di
Schmier, con i caratteristici urletti acuti a concludere ogni frase cantata.
I brani presenti sono cinque, ma soltanto tre sono composizioni originali. Come già accennato, si tratta di pezzi sempre molto veloci, con riffing assassino e pungente, sorretto da una sezione ritmica di tutto rispetto.
Clayton Cagle li arricchisce con degli interventi solisti di notevole fattura, mentre la già citata voce del leader a volte sembra davvero un po’ troppo forzata nel suo voler imitare quella del singer dei Destruction, e questo alla lunga va a minare leggermente la riuscita dei brani. Brani che, dal canto loro, funzionano benone, pur essendo quasi del tutto privi di originalità. Ciò nonostante, risultano sufficientemente coinvolgenti, e per un quarto d’ora mettono a dura prova il vostro collo.
In chiusura troviamo due cover: “
Human insecticide dei già citati Annihilator, e “
Hellion" dei W.A.S.P., entrambe ben riuscite, anche se forse la prima, essendo più nelle corde dei nostri, vince al foto finish.
In definitiva “
Leave no soul” è un buon EP, pur se non imprescindibile, che riesce ad alzare l’hype in attesa del nuovo full, nella speranza che non debbano passare altri sei anni prima che esca, ed è un EP che ci riconsegna una band dalla line up finalmente solida e compatta, e dalle intenzioni bellicose. Non ci resta che attendere. Nel frattempo il SV è doveroso.
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