Gli inglesi
Nefarious Dusk pubblicano in questa fine novembre 2024 il terzo capitolo della loro vita artistica:
"Death Beneath a Starless Sky", grazie al patrocinio della
Purity Through Fire.
Se con il precedente lavoro i
Nefarious Dusk avevano optato per un sound di matrice "darkthroniana", improntato prevalentemente su nichilismo e monocromatismo gelido ed estraniante, qui gli inglesi virano su un sound Atmospheric dai contorni estremamente romantici; dove con forza si avverte l'influenza del Conte di
"Hvis lyset tar oss" (1994) e
"Filosofem" (1996). Questo soprattutto per alcune strutture Post-Black, i molteplici urli /ululati angoscianti e disperati, udibili dalle retrovie, oltreché per un peculiare utilizzo dei synths, in cui, altresì risulta facile rinvenire perfino l'influenza dei
Satyricon dei primi due LP – ciò anche per talune dinamiche generali, tra cui le linee portanti del guitarwork.
I
Nefarious Dusk suonano nella maniera più "classica" possibile e in ciò, sono stati richiamati alla nostra memoria anche i connazionali, e pionieri della scena nera britannica,
Old Forest. Di originale qui dentro non vi è molto, al contrario siamo su spettri sonori già ampiamente esplorati. Nonostante ciò, tutto quel che potrete trovare è suonato con pregevole maestria e, soprattutto, con una passione contraddistinta da un afflato romantico che si inoltra, infine, in lievi frangenti orchestrali dal retrogusto barocco: lama incandescente che liquefà lo strato gelido di ghiaccio, posto come involucro dell'opera, dischiudendoci una dimensione interna destinata, altrimenti, a restar celata: quella più malinconica, struggente e introspettiva della sacra fiamma nera.
Con
"Death Beneath a Starless Sky" i
Nefarious Dusk si ricongiungono con l'universo atmosferico del loro primo album; tuttavia, coniugato con la capacità di sintesi di
"Nefarious Dusk" (2021); e nel complesso, in cammino su sentieri meno tenebrosi, benché non meno emozionanti.
A nostro giudizio, se vi sono risultate gradite realtà del panorama inglese attuale, sulla scia di
Arx Atrata(di cui abbiamo scritto di recente),
Winterfylleth (anche se siamo ben lontani dalle loro alture, e su lidi decisamente più raw),
Saor, ecc.ecc., crediamo che avrete modo di apprezzare anche questa loro ultima opera.
Recensione a cura di
DiX88
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