Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:39 min.
Etichetta:Time To Kill Records

Tracklist

  1. STORYTELLERS OF LIES
  2. NEW GOD
  3. NECROSADIST
  4. ARIMORTIS
  5. NEAR-DEATH EXPERIENCE
  6. ALIEN
  7. NO MORE REGRETS
  8. METEMPSYCHOSIS (PART TWO)
  9. HANGOVER

Line up

  • Flegias: vocals
  • GL: bass
  • Pier Gonella: guitars
  • Peso: drums

Voto medio utenti

1985-2025, ovvero l’inizio e la fine dei Necrodeath.
Quarant’anni non sono affatto pochi e in questi quattro decenni la storica band ligure ne ha passate di cotte e di crude tra gioie e dolori, successi e delusioni, ma alla fine nonostante tutto si raggiungono i quarant’anni di carriera con la consapevolezza di lasciare questo panorama musicale con un bel ricordo ai propri fans, una cosa importante questa, al contrario di tante band storiche e blasonate che si trascinano stancamente, spesso e volentieri diventando la parodia di sé stesse.

Dopo il clamoroso ritorno a nome “Mater of all Evil” (1999) a dieci anni di distanza dal secondo platter ed una solida riconferma (“Black As Pitch”), il gruppo storico cominciò a sperimentare nuovi suoni e formule come dimostrato dal Groove novantiano di “Ton(e)s of Hate” (2003), dalle melodie moderne di “100% Hell”, passando per i concept oscuri di “Draculea” e “Phylogenesis”, per giungere infine all’album monotraccia “Idiosyncrasy” (2011).
Dopo questa fase che per un motivo o per un altro ho sempre trovate interessante e dinamica, ecco che i Necrodeath fecero un ritorno alle origini, ma senza dimenticare quanto fatto in precedenza e un lavoro come “The Age Of Dead Christ” (2018) è la testimonianza di una band che non si è ancora seduta sugli allora, riuscendo a mantenere un sottile equilibrio tra passato e presente.

A due anni di distanza dal buon “Singin' in the Pain” si torna in maniera sempre più convinta alle origini con il capitolo discografico finale.
Dopo tanto blaterare come suona questo “Arimortis”?
Innanzitutto al bando i concept che nel nuovo millennio tanto avevano affascinato Peso e soci, via anche le varie sperimentazioni fatte in passato e si abbraccia una scrittura diretta e concisa.
Il bello dei Necrodeath attuali è che per quanto semplici ed essenziali suonino, riescono sempre a non dare quel triste sapore di minestrina riscaldata al tutto.
Lo stile è sempre quello solito tra riffs thrashoni a tutto spiano, tupa tupa a catinelle, atmosfere vicine al Black Metal, assoli slayerani e via discorrendo, ma quello che fa la differenza (ancora una volta) è il songwriting: tra riffs portanti riusciti, rallentamenti tattici, assoli inseriti nei punti giusti, accelerazioni brucianti o ritornelli riusciti, questo è un lavoro pieno di canzoni ben riuscite e a parte il calo che c’è nella cadenzata “No More Regrets”, il resto viaggia su livelli mediamente alti.

Ed ecco che tra il remake di “Necrosadist” ed il seguito della tortuosa “Metempsychosis”, si ritorna al cappello introduttivo di questa recensione, ovvero al salutare i propri estimatori lasciando un bel ricordo, perché, checché se ne dica, “Arimortis” è un disco degno del nome Necrodeath stampato sulla copertina ed è questo quello che conta veramente e lo si fa con l'ennesima dimostrazione di classe, personalità e coerenza.



Recensione a cura di Seba Dall

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