Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2025
Durata:40 min.

Tracklist

  1. CHOKE ON THE CROSS
  2. COFFIN BREATH
  3. TRUE DEATH
  4. A GRAVE ABLAZE
  5. VILE IMPALEMENT
  6. NECROMANTIC BREEDING
  7. FUNERAL VOMIT
  8. DEFLESH THE DEAD
  9. SPEW
  10. GRAVEYARD TORMEN

Line up

  • Thomas Liljekvist: guitars
  • Mikael Hanni: vocals
  • Johan Hjelm: bass
  • Johan Kvastegård: guitatrs
  • Daniel Liljekvist: drums

Voto medio utenti

Terzo album in ormai più di dieci anni di attività per gli svedesi Disrupted che, a cadenza quienquennale hanno rilasciato diverse forme, se così vogliamo dire, di morte, passando prima per 'Morbid Death' nel 2015, poi 'Pure Death' nel 2020, arrivando a questo ultimo 'Stinking Death' a Gennaio 2025. Nulla però è cambiato nella proposta dei cinque, che è molto debitrice al death metal di matrice svedese, in particolare a due pilastri del genere come Grave ed Entombed, senza però disinteressarsi alle lezioni lasciate da altri come Carnage e Dismember. Ci troviamo quindi davanti ad un'altra copia carbone direte voi, e in parte posso anche darvi ragione perchè il tributo che viene fatto a questi gruppi è tanto, ma rimane anche un po' di spazio per un interpretazione propria della band che riesce a non fare di tutto il full length un mero citazionismo fine a sè stesso. Da segnalare qui la costante presenza in lineup dell'ex batterista dei Katatonia, Daniel Liljekvist, e che oramai alla sua seconda prova sembra essersi immerso totalmente nel genere proposto.

Immagine

[Copyright @Daniel Jansson]

Come suona quindi 'Stinking Death'? Beh, come una vera e propria mazzata, ma questo non dovrei neanche dirverlo. Oltre alla componente death, si sentono anche lontana reminiscenze dei Sodom più aggressivi, ad esempio 'Vile Impalement' ricorda alcuni momenti che si possono trovare sull'EP 'Partisan', mentre come detto con le varie 'Choke On the Cross' o 'A Grave Ablaze' si torna sui territori di 'Clandestine' o 'You'll Never See...' on quel sound di chitarra grasso e diretto. Ci sono momenti dove ci si orienta più sul death/doom come 'Funeral Vomit', una vera e propria marcia su un terreno fatto di putridume, per poi ripartire alla volta della distruzione con una 'Deflesh The Dead', fra le tante, che fa anche qui del'annichilimento sonoro il suo mantra di vita. Nonostante ciò, gran parte delle canzoni funzionano e, sopratutto, nessuna si confonde con la precedente, costruendo sui ritornelli e sui riff che, per quanto a volte siano un po' banali (penso a una 'Spew'), rimangono decisamente impressi in testa.

Ottimo lavoro dunque, che va a proseguire l'ottimo stato compositivo dei Disrupted, i quali non inventano assolutamente niente, ma svolgono il loro compito decisamente bene e senza particolari sbavature da segnalare. Good job.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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