Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Avantgarde Music

Tracklist

  1. CELESTIAL ANTLER
  2. THE ORCHARD OF GRIEF
  3. ASHES OF GRIEVANCE
  4. THE MEANDER’S GATE
  5. L’EFFIGIE DU DÉCLIN
  6. SCARS OF YESTERYEARS
  7. L’ETERNELLE COURSE DES ASTRES
  8. THE ENDLESS GLOW OF TWILIGHT

Line up

  • Antoine Scholtès: vocals, guitars, bass, synthesizers

Voto medio utenti

Antoine Scholtès, mente-cuore-anima della one man band Inherits the Void, dopo il buon debut "Monolith of Light" e l'ancor migliore "The Impending Fall of the Stars" (mirabilmente tratteggiato dal sempre preciso Cafo QUI) avrebbe potuto proseguire sulla strada sicura intrapresa componendo un disco in fotocopia.
Invece "Scars of Yesterday" (Avantgarde Music) - terza fatica in studio del nostro supportato dal granitico Nico Muller dietro le pelli - pur mantenendo le scelte artistiche iniziate con il predecessore, presenta un impatto più diretto ed incisivo colpendo subito durissimo piuttosto che insinuarsi pian piano sottopelle.

Pur restando ancorato alla scena black atmosferico/melodico francese (Véhémence, Lunar Tombfields, Time Lurker), Antoine inserisce fortissimi richiami ai primi lavori del death melodico scandinavo ("Lunar Strain", "Skydancer" e persino "Slaughersun") ottenendo un disco fresco, dinamico, epico, drammatico e profondamente emozionante.
Il tema dell'album verte sull'eredità lasciata dalle società passate e presenti sia attraverso lotte e rivoluzioni ma anche attraverso le tracce che noi stessi lasciamo e che, a loro volta, portano alla distruzione dell'ambiente circostante.
Le otto tracce sono varie, mature, baciate da un songwriting eccelso e suonano fresche nonostante le evidenti strizzate d'occhio al (grandioso) passato cui abbiamo accennato poco sopra.

Lavoro ambizioso, completo e con pochissimi punti deboli, "Scars of Yesterday" - pur tra gli inevitabili richiami - mantiene una personalità ed una unicità invidiabile riscontrabile a mero esempio in brani quali "L’Eternelle Course Des Astres" o la meravigliosa "The Meander's Gate".
Gli Inherits the Void hanno inferto l'ennesimo - durissimo - colpo ai cantori del "non si trova più nulla di interessante" nonchè ai seguaci dei gruppi ormai cover band di sè stessi: sceglieteli e cestinate il sudiciume sonoro dilagante, ne sarete ricompensati ampiamente.

Inherits the Void - "The Meander's Gate"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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