Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2025
Durata:27 min.

Tracklist

  1. KILLER RED
  2. ONE SURVIVOR
  3. NOTHING'S FREE
  4. WALK WITH FIRE
  5. DO OR DIE
  6. ROAD DOGS
  7. THREE SWORDS
  8. RELEASE THE WOLF

Line up

  • Quinten Lawson: guitars
  • Alex Wein: guitars
  • Janiece Gonzalez. vocals
  • Theron Rhoten: bass
  • Terry Irwin: drums

Voto medio utenti

Velocissima conferma per gl statunitensi Mean Mistreater i quali, a un anno circa del rilascio del loro debutto 'Razor Wire', dimostrano nuovamente come l'ispirazione non sia per nulla scesa nella loro proposta e che, anzi, se possibile abbiano spinto ancor di più l'acceleratore. Avevo personalmente espresso lo scorso anno come sperassi in un'attesa non eccessivamente lunga per un loro nuovo full length, e direi che con 'Do Or Die' sono stato assolutamente accontentanto, e che risultato! Un qualche cambio di lineup al basso e alla batteria, ma il prodotto finale non cambia, anche qui ci troviamo davanti a una mezz'ora scarsa di purissima adrenalina ed heavy metal nella sua forma più classica, andando a pescare sia da tratti tipici della NWOBHM, sopratutto negli assoli, e prendendo a piene tasche dall'attitudine stradaiola e senza fronoli di band come Raven, Girlschool, Tank, e chi più ne ha più ne metta.

Nuovamente, come detto, la durata è ridotta all'osso con le varie canzoni che in media durano sui tre minuti, tre e mezzo, andando a colpire l'ascoltatore direttamente al cuore con ritornelli immediati, facili da memorizzare e, nella stragrande parte dei casi, con riff veloci e incalzanti come quelli dell'opener 'Killer Red', davvero una piccola bomba, o di 'Release The Wolf'. C'è tempo anche per adagiarsi su mid tempo ben costruiti come 'Walk With Fire' e 'Three Swords', quest'ultima dal chorus epicheggiante, mentre con 'One Survivor' si ritorna a viaggare su alti livelli. Un ottima performance da segnalare sia dietro le pelli del nuovo entrato Terry Irwin, ma anche una gradita riprova di Janiece Gonzalez, cantante dalle tonalità molto graffianti, che in certi tratti mi ha ricordto una Sebastian Bach al femminile, con tutti i riguardi del caso ovviamente, ma senza dubbio anche nel suo caso il carisma non manca.

Chiaro come non ci sia nulla di nuovo sotto al sole, chi cerca nuove sonorità, passaggi innovativi o soluzioni musicali ancora non sperimentate si tenga bene alla larga. Un plauso ai Mean Mistreater che con poche pretese, ma con un bagaglio enorme di passione e amore verso la musica, hanno confezionato un album che sarebbe davvero un peccato lasciarsi sfuggire.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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