Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:70 min.

Tracklist

  1. PROPHECY
  2. DEFECTHER
  3. POSSESS THE CHILD
  4. OUTEREST IN IRISIUS
  5. OUEN FORMATION
  6. HUNTED
  7. ASTRA T.R.A.Z (TOWER REFORMATORY ASTEROID ZONE)
  8. TRANSMISSION #1 DREAM ON
  9. RESISTIUS
  10. AETERNAL
  11. AN AGE TO QUELL
  12. TRANSMISSION #2 – WILL OF GOD
  13. LOCHED
  14. CATHEDRON WAKES
  15. BOOK OF RITES
  16. BISHOP’S TOMB
  17. TRANSMISSION #3 – BAZ RAA LUUM
  18. THE EXPERIENCE HUNTER
  19. TRAJECTORY: TANTUS
  20. THE DUST OF FOREVER
  21. HAIL TO THE HUNTER

Line up

  • Josh McConnell: lead vocals, guitars, bass on “Transmission #1 Dream On”
  • Bob Eaglesham: guitars, backing vocals, keyboards, bass and drums on “The Experience Hunter”
  • Patrick Latreille: bass
  • Andre Bisson: keyboards, piano on “Book of Rites”
  • Paskal Belanger: drums
  • Peter Mika – guest keyboard solo on “Resistius”
  • Gopal Devanathan: guest drums on “An Age To Quell”, “Bishop’s Tomb” and “The Dust Of Forever”
  • Tony Spina: guest drums on “Transmission #2 – Will Of God”
  • Jeff Louch: guest piano on “Transmission #2 – Will Of God”

Voto medio utenti

Ambiziosi. Visionari. Abbondanti. Pacchiani. Anche se l'ultima definizione calza ai Mad Parish solo per quello che si vede nel video di "Loched" (lo trovate in calce alla recensione), mentre sul piano prettamente musicale non c'è proprio nulla da ridere, se non piuttosto lasciarsi affascinare da questo album fuori dal tempo, vista la sua forte dipendenza dai Seventies, che sono evidenti nelle canzoni quanto nella scelta di dare vita ad un concept fantascientifico per il quale hanno anche realizzato un fumetto e che narra le avventure dell'immortale protagonista (Joe) che deve affrontare il "solito" compito di salvare l'Universo.

Non stupisce quindi che "The Dust of Forever" sia composto da ben ventuno episodi, tra intro, intermezzi (talvolta spigolosi) e vere e proprie canzoni, con i titoli di testa che scorrono accompagnati dalla cinematografica "Prophecy", poi già dalle seguenti "Defecther" e "Possess the Child" si può cogliere un marcato legame con i Black Sabbath (anche per una certa rassomiglianza tra le voci di Josh McConnell e di Ozzy Osbourne), e dove si possono già rintracciare svariate possibili contaminazioni che spaziano da Rush, Asia, Angel Witch e Genesis, e dall'elettronica dei Daft Punk sino ai Blue Oyster Cult.
Un assortimento di accostamenti (sicuramente perfettibile) alquanto variegato e multiforme, così come la proposta dell'ensemble canadese, che ci accompagna per un'ora più che abbondante, nel corso della quale si segnalano le pulsazioni settantiane della già citata "Possess the Child" e di "Bishop’s Tomb " o quelle più Hard & Heavy di "Cathedron Wakes" e "The Dust of Forever", ma anche la ballad "Ouen Formation" o gli intrecci Prog Rock di "Astra T.R.A.Z (Tower Reformatory Asteroid Zone)" e "Resistius".

Un'uscita davvero ambiziosa, che comunque va presa nella sua globalità senza dilungarsi troppo sui dettagli dei singoli episodi con il rischio di perdere di vista l'opera completa. E che - soprattutto - va senz'altro premiata.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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